Sant'Apollinare in Classe
Ravenna vedi sulla mappa
Epoca
Medioevale
Tipologia
Chiesa
Sant'Apollinare in Classe: fu edificata da Giuliano Argentario su ordine dell'arcivescovo Ursicino durante la prima metà del VI sec. .
E' una delle basiliche più perfette di Ravenna; oltre alla sua struttura architettonica é famosa per i mosaici e i sarcofagi marmorei degli antichi
arcivescovi disposti lungo le navate laterali.
La Basilica in riva al mare
Quando 1500 anni fa la Basilica di Sant'Apollinare in Classe fu costruita, si trovava in riva al mare. L'imponente architettura della pianta basilicale, che oggi si erge nella campagna alle porte di Ravenna, fu a suo tempo pensata e realizzata sulle rive dell'Adriatico, che oggi si trova a qualche chilometro di distanza. E infatti accanto alla basilica troviamo oggi la grande area archeologica dell'antica città di Classe, sede della flotta romana.
La basilica di Sant'Apollinare in Classe é una basilica situata a circa 5 chilometri dal centro di Ravenna. E' stata costruita nella prima metà del VI secolo, finanziata da Giuliano Argentario per il vescovo Ursicino; fu consacrata nel 547 dal primo arcivescovo Massimiano ed é stato dedicato a Sant'Apollinare, il primo vescovo di Ravenna. La basilica é a tre navate, con corpo mediano rialzato e abside poligonale affiancata da due cappelle absidate. La facciata, in parte rifatta come altre parti della chiesa, é preceduta da una nartece, sotto cui ci sono marmi ed iscrizioni, che originariamente era un quadriportico, ed é alleggerita dall'apertura di una trifora. Gli stipiti e l'architrave del portale sono in marmo greco. Sopra il portico c'é un'elegante finestra trifora. A sinistra della chiesa c'é il campanile del IX secolo che si alza con la sua forma cilindrica, mentre le finestre, dal basso verso l'alto, prima sono monofore, poi bifore e infine trifore. Questo accorgimento permette di rendere l'edificio più stabile e leggero, in modo che potesse reggersi senza crollare. All'interno della basilica le pareti sono spoglie, eccetto la zona absidale, ricoperta da un "manto policromo" di mosaico, risalenti ad epoche diverse. Al centro della basilica, sul luogo del martirio del Santo, é collocato un altare antico. Nel registro superiore della zona absidale, che si estende orizzontalmente per tutta quanta la larghezza dell'arco, é raffigurato Cristo dentro un medaglione circolare. Ai suoi lati, in mezzo ad un mare di nubi stilizzate, stanno i simboli alati degli evangelisti: l'Aquila (Giovanni), l'Uomo alato (Matteo), il Leone (Marco), il Vitello (Luca). La zona sottostante presenta alle estremità le raffigurazioni di due città che hanno le mura adorne di pietre preziose: sono Gerusalemme e Betlemme, dalle quali escono i dodici apostoli sotto l'aspetto di agnelli. Nei rinfianchi dell'arco vi sono due palme, che nella letteratura biblica sono emblema del giusto. Sotto a queste si trovano le figure degli arcangeli Michele e Gabriele, con il busto di San Matteo e di un altro santo non chiaramente identificato. Tutta la decorazione del catino absidale risale circa alla metà del VI secolo e si può dividere in due zone: 1. Nella parte superiore un grande disco racchiude un cielo stellato nel quale campeggia una croce gemmata, che reca all'incrocio dei bracci il volto di Cristo. Sopra la croce si vede una mano che esce dalle nuvole: é la mano di Dio. Ai lati del disco vi sono le figure di Elia e Mosé. I tre agnelli, che si trovano spostati un po' verso il basso, proprio all'inizio della zona verde, con il muso rivolto verso la croce gemmata, simboleggiano gli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni: siamo chiaramente di fronte alla rappresentazione della Trasfigurazione sul Monte Tabor. 2. Nella zona più bassa si allarga una verde valle fiorita, dove ci sono rocce, cespugli, piante e uccelli. Al centro si erge solenne la figura di Sant'Apollinare, primo vescovo di Ravenna, con le braccia aperte in atteggiamento di orante: egli in pratica é ritratto nel momento di innalzare le sue preghiere a Dio perchè conceda la grazia ai fedeli affidati alla sua cura, i quali sono qui rappresentati da dodici agnelli bianchi. Negli spazi tra le finestre sono rappresentati quattro vescovi, fondatori delle principali basiliche ravennati: Ursicino, Orso, Severo ed Ecclesio, vestiti in abito sacerdotale e recanti un libro in mano. Ai lati dell'abside si trovano due pannelli del VII secolo: quello di sinistra, molto rimaneggiato, riproduce l'imperatore di Bisanzio, Costantino IV, mentre conferisce i privilegi per la Chiesa ravennate a Reparato, un inviato dell'arcivescovo Mauro. Nel pannello di destra sono rappresentati Abramo, Abele e Melchisedec attorno ad un altare mentre offrono un sacrificio al Signore. La scelta del tema é strettamente legata alla lotta all'arianesimo, poichè ribadisce la natura umana e divina di Gesù Cristo, quest'ultima negata dagli ariani. Inoltre la rappresentazione di Apollinare tra gli apostoli figurati era una legittimazione per Massimiano come primo arcivescovo di una diocesi direttamente collegata ai primi seguaci di Cristo, essendo Apollinare, secondo la leggenda, discepolo di San Pietro. Restauri hanno permesso di scoprire una sinopia al di sotto dei mosaici del catino, scoprendo come il tema decorativo, già con fiori, frutta e coppe con uccelli, venne completamente cambiato proprio in occasione della necessità di celebrare il raggiunto rango di arcidiocesi. Lungo i muri della basilica sono sistemati numerosi sarcofagi databili dal V all'VIII secolo. Essi danno la possibilità di valutare i cambiamenti di stile che ci sono stati nel corso dei secoli. Dai rilievi, di straordinaria plasticità , con figure umane, dei sarcofagi romani, si passa alle simbologie bizantine, quindi alla sempre maggiore astrazione e semplificazione di tali simbologie. I ritratti degli arcivescovi ravennati, dipinti nei muri della navata centrale, in gran parte furono eseguiti durante il XVIII secolo. |
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