Pieve di S. Maria in acquedotto
Forlì vedi sulla mappa
Epoca
Medioevale
Tipologia
Chiesa
L'acquedotto presso il quale sorgeva era quello romano, di Traiano poi di Teodorico, che partiva da Meldola, captava le acque del Bidente o Ronco, passava da qui e proseguiva verso Ravenna, che scarseggiava in acqua potabile.
Nel XIII secolo furono reimpiegati materiali provenienti dalla demolizione dell'acquedotto, nel primo rifacimento dell'edificio. Citata per la prima volta in alcuni documenti del 959, la Pieve ha subito rimaneggiamenti nel XIII e XVI secolo: sono stati innalzati i pavimenti, i pilastri a T e le coperture delle due navate laterali, alterando il disegno originario d'insieme.
Tra il 1800 e il primo '900, altri interventi hanno cercato di conferire al monumento uno stile medioevale, con l'apertura di due finestre romaniche sulla facciata e la modifica del portale.
Nelle murature sono evidenti parti dell'edificio antico, per i mattoni di colori diversi e malte dall'impasto grossolano. All'esterno, nella zona alta dell'abside un curioso particolare: la teoria di mensolette con rudimentali figure umane, sormontate da una decorazione continua con piccoli quadrati in cotto disposti a spigoli e rappresentano un motivo ornamentale fatto risalire al primo rifacimento dell'edificio.
L'abside é semicircolare sia all'esterno sia all'interno, fortemente inquadrato in due lesene laterali: con i pilastri, é l'elemento che permette di assegnare l'edificazione al VI secolo. Databile al 1200, il campanile a base quadrata.
Attraverso le mostre ottenute nell'intonaco della navata centrale, nell'abside e nella parete corrispondente al fronte, a sinistra dell'entrata, sono visibili frammenti di antichi affreschi trecenteschi, perduti durante i ripetuti interventi di innalzamento del pavimento.
Pieve di S. Maria in acquedotto |