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L’enorme cetaceo visto da Zavoli e la morale per tutti noi

Notizia pubblicata il 07 aprile 2011



Categoria notizia : Fatti Curiosi


Il 28 agosto del 1982 la foto in copertina della “Domenica del Corriere” era molto particolare. Si tratta di un enorme cetaceo che nel ’34 si arenò tra il porto canale e la foce dell’Ausa. Questo pesce di proporzioni enormi e dal colore bianco viene rievocato da Sergio Zavoli che unisce la “santa materia” alla santità del Papa.

Quel giorno di settembre del 1934 era appena iniziato. I pescatori di vongole furono i primi ad intravedere il grande pesce. La voce si sparse in un batter d’occhio e la spiaggia si riempì gradualmente di migliaia di persone che sono accorse per intravedere quella massa indecifrabile che con l’alzarsi del sole diventava sempre più lucente. Quegli attimi sono stati eterni, nessuno parlava, si sentivano solo le onde mentre si infrangevano sulla battigia e il ruscellare dell’acqua tra le conchiglie. Un gruppo di persone unite da un evento memorabile, dove il cetaceo emanava una specie di sacralità ammonitrice, di annuncio solenne ma allo stesso tempo incomprensibile.

Per Sergio Zavoli, il pesce gigante rappresenta la “santa materia” dato che la creazione ha la capacità di toccare lo spirito profondamente e lo ha messo in relazione con la comparsa del Papa, che ricorda la forma bianca e pura. Zavoli si scusa se il suo paragone può sembrare irriverente, ma lo definisce come “La tentazione di riunire un inquieto ricordo con la maestà rincuorante del nuovo approdo”.