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Barche a vela in legno. Il cantiere Carlini sforna il gioiello dei mari

Notizia pubblicata il 02 aprile 2008



Categoria notizia : Fatti Curiosi


Iroko, robinia, mogano, il profumo del legno che sale dal lungo scafo inonda le narici dei collaboratori di Carlini che stanno mettendo a punto gli ultimi lavori (Alessandro Bacci, Marco Boga, Davide Cortesi, Edoardo Dos Santos, Patrick Montevecchi, Marco Paolucci, Pietro Zammarchi).

E' da un bel po' di anni che in Italia non nasce uno yacht con queste caratteristiche. Il più grosso realizzato dai Carlini é il ketch Serida II che vide la luce negli anni '85-'86, al momento del passaggio di consegne fra Roberto e Stefano, con una lunghezza di 22 metri. Anche Serida II nasceva dalla matita di Sciarrelli, ma col cantiere riminese hanno collaborato anche altri progettisti famosi come Vallicelli o German Frers, e armatori dai nomi celebri come Raoul Gardini o Gianni Agnelli.

L'ultimo grosso scafo uscito dal cantiere riminese é stato Angelica (sedici metri e mezzo), concluso nel 2000.Carlini ogni giorno deve fare i conti con il problema della mancanza di spazio. «Spesso siamo costretti a rinunciare ai lavori e quindi anche a incrementare l'organico. Se costruisco la barca nuova non posso portare dentro il capannone un'altra imbarcazione per un restauro».

La speranza é che nel futuro riassetto della zona portuale il suo cantiere, che tiene alto il nome di Rimini nel mondo, possa trovare la giusta collocazione.Nel frattempo la squadra di Carlini si può giustamente inorgoglire per il lavoro fatto. Nell'epoca dei grossi yacht a motore prodotti in serie c'é ancora spazio per chi continua a costruire secondo l'antica tradizione dei maestri d'ascia.

(foto di http://www.flickr.com/photos/alexome)