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Sgarbi show: amo Forlì nonostante il Pd
Notizia pubblicata il 24 febbraio 2010
Categoria notizia : Cultura
MELDOLA (Simple) - Un Vittorio Sgarbi in perfetta forma, con la cartuccia delle gags sempre carica. Ironico, dissacrante, e soprattutto poco tuttologo e quindi molto brillante. Il critico d'arte emiliano ha incantato gli ospiti incontrati nel tour pomeridiano a Meldola, e in quello serale a Bertinoro.
Prima tappa: la mostra di Carlo Ravaioli nella Chiesina dell'Ospedale. "E' un artista - ha detto Sgarbi -, che unisce diversi stili, le sue opere sono senza tempo. I miei colleghi, quelli che devono a tutti i costi dare temporalità alle opere, impazzirebbero...". "Io sono legatissimo a questo territorio, avrei voluto fare il sindaco a Forlì, sul serio. Questa terra è così varia. Qui c'è il mio amico Sauro Moretti - e lo indica -, che dopo tanti anni non ho ancora capito da che parte sta politicamente. E' amico di Di Pietro, e passa da Fini a Bersani...".
Osserva i quadri con voracità ed entusiasmo, toglie e mette gli occhiali sul naso, osserva tutto quasi a 'divorare' ogni millimetro di tela. Questo è Sgarbi critico d'arte, che ogni tanto lascia spazio al politico. "C'è ancora a Forlì quell'orribile pensilina per autobus in piazza Saffi? Non hanno ancora demolito il parcheggio di piazza Montefeltro? Cosa aspettano?". Chiede al consigliere Antonio Nervegna (Pdl) che l'ha invitato a Meldola a presentare il volume "L'Italia delle meraviglie".
Poi riferendosi alla giunta comunale forlivese di sinistra, e fingendosi stupito: "Davvero hanno sostituito l'albero di Natale con rami secchi e fili di ferro? Incredibile...". Sgarbi anche in Romagna ha lanciato il suo 'manifesto' in difesa della "slow architecture" come principio ispiratore che muove al ripristino e alla manutenzione dei beni artistici e architettonici in sostituzione alla barbarie della demolizione o alle colate di cemento ad ogni costo.
Giudizio senza appello quello di Vittorio Sgarbi contro le politiche "culturali" delle amministrazioni ex, e post, comuniste. E stretta di mano a Nervegna - con ideale passaggio delle consegne a suggello di 20 anni di amicizia che prese le mosse proprio fra Meldola e la pieve di Polenta - come sprone a continuare la sua battaglia contro "le brutture architettoniche" e gli ecomostri in vetro e cemento. "Forlì è una città bellissima, una sorta di 'Ferrara segreta' e dobbiamo farla resistere alle aggressioni di privati e amministratori che negli ultimi decenni si sono accaniti per "distruggerla, aggredirla, sfregiarne l'immagine e torturarla".
"L'analisi di Sgarbi, seppure provocatoria, è tutt'altro che faziosa - spiega Nervegna - l'odio viscerale degli amministratori di sinistra per i simboli religiosi e l'iconografia cristiana sfocia non soltanto nell'azzeramento dei simboli dell'arte sacra e del cattolicesimo, ma anche nell'esaltazione di ogni inutile e discutibile prova di arte 'povera' anni Sessanta, fra dissacrazione e gusto dell'orrido. Sgarbi fra i due modi di esprimere il senso del bello nella cultura cristiano/occidentale e musulmana che non sono equivalenti. Ed infine, l'ultima battuta su Forlì: "Nel mio libro la cito, anche se in realtà, negli ultimi anni, l'unica iniziativa di buon senso che è stata fatta è il museo del San Domenico. Tolto quello...". Sorride Alessandro Rondoni, l'ex candidato a sindaco del Pdl che chiede un autografo sul libro "L'Italia delle Meraviglie".
Seconda tappa al teatro Dragoni, dove il critico d'arte ha davvero infiammato gli animi della platea. Davanti a un pubblico di 500 persone che si stringeva per trovar posto, Sgarbi ha criticato ferocemente l'architetto Gae Aulenti, chiamata per il progetto di restauro del teatro Mentore di Santa Sofia. Stringe la mano ai sindaci di centro destra di Meldola e di Rocca San Casciano e non risparmia una battuta al primocittadino Francesca Tassinari. "Ma fanno fare i sindaci anche alle bambine?". Un complimento in perfetto stile "sgarbiano", sempre incline al fascino delle donne. Sgarbi prima di lasciare Meldola, sempre circondato da poliziotti della Digos in borghese e personaggi della politica e delle istituzioni, ha voluto visitare lo studio del bravissimo Enrico Lombardi, esaltandone le opere.
La cena e la festa a Villa Prati Trecento invitati seduti a tavola, un ricco buffet e un Vittorio Sgarbi particolarmente disponibile con gli ospiti, e ancora in vena di battute in libertà. Personaggi del mondo della politica forlivese, sindaci, amici del titolare della Villa, Sauro Moretti e tanti artisti locali, che sono arrivati a Bertinoro per stringere la mano al critico d'arte più famoso d'Italia. Da Marco Gallizzi di S.Sofia, a Daisi di Mercato Saraceno, da Lombardi, Ravaioli a Grota di Predappio. Infine la mega-torta per il compleanno dell'amico Nervegna. "Se ne sono andati in tanti, ma restiamo noi, pochi ma buoni". Abbraccio e stretta di mano finale fra Sgarbi e Nervegna, nel nome del Cristo Morto di Mantegna, la straordinaria opera che lo stesso critico e polemista ferrarese, nominato curatore del Padiglione Italia della Biennale d'Arte 2011 dal ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi, porterà a Venezia al centro del Padiglione Italia.