Cervia Un futuro che parte dalla tradizione Economisti e sociologi di fama internazionale analizzano il settore turistico
Notizia pubblicata il 01 dicembre 2008
Categoria notizia : Turismo
DA UNO SPLENDIDO come eravamo, supportato da un sontuoso allestimento a base di ingrandimenti, filmati in bianco e nero e ‘memorabilia’ d’epoca, a come saremo o meglio come vorremmo essere. È questo il ponte temporale gettato da ‘Vision 2028’, sguardo immaginario con applicazioni concrete sulle potenziali idee della Cervia che verrà, supportato dall’intervento di sociologi ed economisti abituati a scandagliare il mutevole panorama del settore turistico.
Il sindaco Roberto Zoffoli ha aperto le danze con l’imperativo di «non fermarsi, di progredire anticipando i tempi e i gusti della società a venire. Ma per farlo al meglio occorrerà mettere a sistema tutte le energie del territorio, collaborando per edificare la Cervia del futuro». E i cambiamenti ipotizzati sono tanti, senza tuttavia cancellare con un colpo di spugna secoli di identità culturale. Tutt’altro, il futuro dovrà prender corpo immergendo proprio i simboli della storia cittadina nel processo di rinnovamento.
LA PRIMA suggestione presentata dall’assessore Nevio Salimbeni spiega al meglio questa fusione. «Immaginate — ha illustrato — che le Saline, dopo secoli, siano collegate al centro storico rendendo navigabile il canale che le unisce al porto. Immaginate poi il magazzino Darsena finalmente vivo con esercizi legati alla nautica e con un grande ristorante affacciato sul canale che serva tutti i tipi di sale del mondo. Sul tratto di canale che va dal ponte Cavour all’ospedale, sistemando le banchine, nascerebbero piccoli locali ospitati in strutture che riprendano l’estetica dei vecchi capanni da pesca. In questo modo, con un Borgo Marina pedonalizzato e unito al nuovo lungomare che nascerà, si creerebbe un percorso storico ampio e suggestivo».
LA MILANO Marittima che si vorrebbe è invece incentrata sui concetti di mobilità leggera e relax. «Tutto si basa sulla volontà di far sparire le auto dal centro. Un tapis roulant coperto collegherebbe il parcheggio scambiatore della Bassona al centro, tre linee elettriche servirebbero il lungomare e la metropolitana di superficie favorirebbe la crescita della mobilità sostenibile. L’idea è quella di una ‘metropoli giardino’ che comprenda piste ciclabili, nuovi grattacieli realizzati da grandi architetti e anche discoteche, sì, ma insonorizzate per non inquinare l’atmosfera di relax».
Il ‘polo sud’, quello di Pinarella e Tagliata dovrà avere un aspetto ancora diverso, specializzato nell’accoglienza di gruppi e famiglie. «La pineta andrà ampliata e ripensata, si potranno ricreare aree dunose e collegare la strada al mare tramite ponti sospesi in legno che attraversino la pineta. In spiaggia si potrà dar vita a nuovi stabilimenti diversi per dimensione e rapporto con il verde. Viale Italia potrebbe essere pedonalizzato e i grandi alberghi che nasceranno al posto delle colonie saranno specializzati nel benessere».
GLI INVESTIMENTI necessari a trasformazioni di questo tipo saranno ingenti. Anche per questo si spinge ancor di più sulla ‘città aperta tutto l’anno’ e anche l’aspetto del litorale dovrà adattarsi. «Andranno creati beach resort diffusi strategicamente sulla costa e in grado di offrire una molteplicità di servizi. Per dar vita ad un ‘mare d’inverno a colori’ si può pensare di riattualizzare idee del nostro passato come i pontili e le rotonde sul mare». Se è vero che la cosa che più manca agli abitanti delle società odierne è il tempo, ci sarà necessita di mettere ordine al proliferare di offerte che la Cervia futura dovrebbe offrire. . Di carne al fuoco, insomma, ce n’è parecchia. Ora rimane da vedere quali di queste immagini di Cervia si trasformeranno in calce e mattoni, e soprattutto quando si trasformeranno da schizzi in progetti.
foto di http://www.flickr.com/photos/sudolce