Parla Riccardo Grilli, leader di The Mnai’s vincitori dello Street Fighters
Notizia pubblicata il 22 luglio 2009
Categoria notizia : Musica
CON UN NOME che si legge come si scrive e che – il segreto è finalmente svelato – non significa assolutamente nulla, The Mnai’s sono un’onda anomala nel contesto della street dance italiana.
Dopo due anni consecutivi di finali, la crew che prova tra Bologna, Firenze e Faenza ha conquistato la vittoria allo Street Fighters all’interno di The Week di Cesenatico, l’evento europeo di maggior prestigio dedicato alla cultura hip hop. Mettendo il punto alla propria coreografia sul tetto di un palazzo il giorno della sfida finale. O almeno questo è il vangelo secondo Riccardo Grilli, in arte Riky. Che, se in ufficio non ci fosse nessuno, starebbe ancora ballando sulla scrivania…
Domanda di attualità: come se la cava nel moonwalking, la danza introdotta da Michael Jackson?
«Bene, benissimo. Siamo tutti molto preparati…»
Molti la associano ad elementi della cultura del ghetto americano, ma qual è la realtà della street dance in Italia?
«Noi abbiamo una cultura riportata. In pochissimi colgono la vera essenza, che è semplicemente ‘sento la musica e ballo’. C’è magari un atteggiamento di sfida, che fa parte dello spettacolo. Ma è solo la voglia di fare vedere che sei meglio dell’altro. Di strada c’è poco, anche perché chi insegna street viene da scuole e palestre».
Esiste una scena bolognese?
«Ci sono buone palestre e gruppi interessanti. Le Wawas, ad esempio, sono un gruppo di sole ragazze con una personalità molto riconoscibile. Le vedi ballare e sai che sono loro. Le rispettiamo, perché lo stile è tutto. Noi, pur essendo solo maschi, abbiamo un genere delicato, sul quale ha influito molto la scelta di curare da soli le nostre coreografie. E’ stato un cambiamento decisivo. E’ coerente con la nostra scelta di essere noi stessi».
Come nascono The Mnai’s?
«Ci siamo conosciuti allo Street Fighters del 2006. L’anno seguente abbiamo formato un gruppo e ci siamo trovati casualmente in 4 maschi, ai quali poi si è aggiunto Marco e abbiamo perso in finalissima. Poi è entrato Xu, che da Firenze veniva a provare a Bologna. Anche quell’anno siamo arrivati alla finalissima. Poi quest’estate abbiamo conosciuto Carlos, Kira e Claudio, che sono di Faenza. Siamo un po’ sparsi in giro. Creare le coreografie e provarle è sempre più difficile, anche perché alcuni di noi sono in giro per stage e spettacolo. Mommo ad esempio è stato ad ‘Academy’. Le prove prima della finale le abbiamo finite in cima la palazzo degli stage di The Week…»
Anche il look, quasi un dandy-hip hop, vi differenzia…
«La scelta deriva da come siamo nella vita di tutti i giorni. Abbiamo voluto il rosso perché lo avevamo deciso fin dall’inizio e quindi c’è sempre. L’anno scorso avevamo il pullover. Quest’anno abbiamo i pantaloni ed il papillon. Vogliamo essere ironici ed eleganti. E questo aiuta perché il pezzo acquista senso anche in virtù dell’immagine, che è essenziale. Tutto diventa bello perché è al posto giusto. Siamo coerenti ed è tutto molto sensato».
Quali sono le prossime tappe di The Mnai’s?
«Abbiamo qualche data a metà agosto. Poi siamo stati invitati all’Hyper Week in Sicilia, a tenere degli stage di danza in qualità di nuovi talenti italiani».
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