La Scola: «Con Tosca festeggio 25 anni di palco». Il tenore in scena da domani a Modena
Notizia pubblicata il 26 febbraio 2008
Categoria notizia : Cultura
DOPO aver festeggiato Leo Nucci per le 400 recite di Rigoletto, il pubblico modenese rende omaggio ai 25 anni di carriera del tenore Vincenzo La Scola. E' lui il protagonista di Tosca, in scena domani alle 20.30 al teatro Comunale di Modena (con replica venerdì 29, sempre alle 20.30 e domenica 2 marzo alle 15.30).
L'opera, diretta da Stefano Ranzani, ha la regia di Paul-Emile Fourny nel nuovo allestimento dell'Opera di Nizza. Con La Scola - Cavaradossi, saranno alla ribalta Maria Pia Piscitelli (Tosca) e Boris Trajanov (Scarpia) a cui si alterneranno nella recita di venerdì Nadia Vezzù (Tosca) e Rubens Pelizzari (Cavaradossi). E oggi alle 18, nel Ridotto del Comunale, La Scola si 'racconterà ' per Invito all'opera.
Maestro La Scola, qual é la rappresentazione che ricorda con più piacere nella sua carriera?debu
«Sicuramente il tto alla Scala con l'Elisir d'amore. Era il 1985, in cartellone Luciano Pavarotti nel ruolo di Nemorino diede forfait causa un'indisposizione. Mi trovai proiettato sul palcoscenico più importante in sostituzione del più grande tenore di sempre; fu un evento che cambiò radicalmente la mia vita artistica».
Elisir d'amore' é sempre stato una delle sue interpretazioni più acclamate...
«
E' da qualche anno che non la canto più. Mi piacerebbe riprenderla in qualità di regista oltre che come interprete; dal 2004 infatti affronto con entusiasmo questa nuova avventura tra il canto e la regia insieme all'Accademia Verdi Toscanini di Parma».
Che ricordo ha di Luciano Pavarotti?
«Avevo 19 anni, in scena c'era Tosca a Torre del Lago, Luciano insieme a un'altra grande modenese Raina Kabaivanska e la regia di Tito Gobbi. Chiesi al teatro dove fosse alloggiato e lo andai a trovare in un albergo nella pineta di Torre del Lago. Fu simpaticissimo, come sempre. In quell'occasione gli confidai che volevo intraprendere la carriera lirica e lui stesso mi consigliò al suo maestro, Arrigo Pola, con cui iniziai poco dopo a studiare. Mi ritrovai inoltre a vedere non soltanto lo spettacolo ma anche tutte le prove, una novità assoluta per me.
Già , le prove, il momento cruciale nella produzione di uno spettacolo..
«Dovrebbe essere un'attività definita dallo statuto della Fondazione quella di invitare alle prove i giovani, gli studenti dei conservatori, per vedere come nasce uno spettacolo, non solo il suo completamento ma anche la sua costruzione, con i suoi errori e le sue difficoltà ; dare la possibilità a tutti di partecipare alla creazione di un'opera d'arte, unica quale unico é il melodramma italiano».
Qual é il carattere di
Cavaradossi che ha voluto mettere maggiormente in evidenza?
«E' personaggio passionale, baldanzoso, pittore dalle simpatie liberali nella Roma di fine Ottocento. Si trova coinvolto suo malgrado negli eventi che determineranno la sua fine. Apparentemente sicuro di sè, é costretto a cedere solo alla fine quando nel momento più drammatico, in cui lui si sente oramai perso,dice ''E non ho amato mai tanto la vita''».
Progetti futuri?
«Farò nuovamente questa produzione di Tosca a Ferrara e a Piacenza. A Barcellona Luisa Miller, poi sarò in Giappone per celebrare Puccini. In concomitanza con l'uscita del mio disco che raccoglie tutte le sue arie, in scena andrà Tosca».Â
(photo by Iguana Jo)Â