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LETTERATURA VINCENZO ESTREMO, PREMIO ICEBERG, PRESENTA IL SUO LIBRO ALL’AMBASCIATORI

Notizia pubblicata il 04 giugno 2009



Categoria notizia : Cultura


IN POCO PIÙ di un mese gli è esplosa la vita. Ha cambiato città, ha vinto il premio Iceberg per la sezione letteratura e la Pendragon gli ha pubblicato il suo primo libro dal titolo Omero e altri uomini illustri che sarà presentato alle librerie Ambasciatori stasera alle 21.

Da ordinario appassionato d’arte e curatore di mostre con trascorsi da ribelle nella provincia casertana, Vincenzo Estremo, classe 1980, si ritrova a Bologna, non ancora trentenne, scrittore con un debole malcelato per Joyce e per gli eroi epici come Ulisse.
«E dire che al liceo ero una testa calda — racconta — Andavo male a scuola e spesso venivo rimandato. Reagivo così contro i cliché borghesi da figlio di operai. La professoressa di italiano detestava il mio modo di fare e non perdeva occasione per sminuirmi. Mi dava sempre voti bassi e quando facevo qualcosa di buono pensava che avessi copiato».
Come ha scoperto la sua vena letteraria?
«E’ stato grazie ad una professoressa dell’università di Urbino, dove mi sono laureato in storia dell’arte. Una volta ha letto un mio racconto e le è piaciuto tantissimo. Da quel momento non ha fatto altro che incoraggiarmi, suggerirmi libri dal leggere, farmi amare la scrittura come mezzo di espressione».
Cosa scrive di solito?
«Della vita di tutti i giorni. Il libro con cui ho vinto il premio Iceberg è una raccolta di racconti. Sono otto ma io ne ho scritti molti di più. Quello a cui tengo di più è “Polifemo”. Me l’ha ispirata una vicina di casa che russa moltissimo ed ha in mezzo alla fronte un neo così grosso che sembra un occhio».
Come è arrivato da Venezia, dove lavorava in una casa d’aste, a Bologna?
«A Venezia ero andato per fare uno stage in una nota casa d’aste. Ma dopo un po’ ho capito che non mi interessava quel mercato. Per chi si occupa d’arte Venezia è una città strana..»
In che senso?
«Nel senso che è una città piccola ma per via delle istituzioni hai la possibilità di conoscere un sacco di gente interessante. In questo è più internazionale di New York».
E Bologna?
«A Bologna ci arrivo, un mese fa, perchè la mia ragazza vive e lavora qui. Da quando mi hanno detto che avevo vinto il premio Iceberg ho pensato di potere fare qualcosa in città. Mi piace vivere fuori porta perchè le strade sono vive, piene di negozi e di gente. A Napoli le strade periferiche non hanno una vita propria: i blocchi residenziali sono solo dormitori».

foto by http://www.flickr.com/photos/dirtyup/