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Un albergo e un ristorante alla Pandolfa

Notizia pubblicata il 07 settembre 2009



Categoria notizia : Turismo


AZIENDE chiudono i battenti, lavoratori in cassa integrazione, trovare un posto a tempo indeterminato diventa un miraggio. Ma c’è chi la crisi la prende di petto e invece di tirare i remi in barca, investe e punta sul futuro. La Pandolfa, settecentesca villa alle porte di Predappio, appena restaurata, diventerà nei prossimi anni un polo turistico fornendo anche un’offerta alberghiera che a tutt’oggi manca nella zona, nonostante il flusso di persone che si recano a visitare il paese (e la tomba) di Benito Mussolini.

In un libro il progetto che arricchirà la villa anche di un centro benessere

L’altra sera c’è stata festa grande per la presentazione del volume ‘La Pandolfa, dalla storia all’eternità’, voluto fortemente da Paola Piscopo e scritto dagli architetti Alessandro Lucchi e Ulisse Tramonti (insieme nella foto) che seguono l’intero progetto. In realtà i progetti sono due: uno riguarda appunto il restauro globale dell’edificio (quello esterno già ultimato) e il secondo appunto la costruzione di una struttura esterna per il bed and breakfast, un ristorante (100 posti), un centro benessere con piscina, sauna e bagno turco, oltre a un campetto da golf e sentieri da percorrere in mezzo al verde e alla pace in sella a un cavallo oppure a piedi. Anche gli ultimi due piani della villa, che ospiterà convegni ed eventi culturali, saranno destinati a ricevere i turisti con moderne camere di lusso.
IL TUTTO dovrebbe essere pronto entro cinque anni con un investimento privato di alcuni milioni di euro. «La Pandolfa è già una delle più importanti aziende vitivinicole della Romagna — spiega Paola Piscopo, nipote dell’imprenditore Giuseppe Ricci che nel 1940 acquistò la tenuta dai marchesi Albicini —, adesso puntiamo al futuro valorizzando la storia, l’arte e le qualità di questa terra come appunto il vino che produciamo già da anni. Cito mia madre Noelia: ‘la Pandolfa è come una bella donna sempre pronta a rifarsi il trucco, senza però nascondere la sua età’». Chiaro, no?
«Possiamo dire — sintetizza l’architetto Alessandro Lucchi che recentemente ha allestito la mostra del Canova — che questo è un progetto multidisciplinare e interessa i campi dell’architettura, interior design, giardini, illuminazione e naturalmente restauro. Ma è anche, e soprattutto, un progetto sociale e culturale, una crescita e uno sviluppo dedicati a tutti gli abitanti, ai turisti e ai futuri innamorati di questa bellissima tenuta».
ENTUSIASTA il sindaco di Predappio, Giorgio Frassineti: «Faremo tutto quello che possiamo per agevolare questo importante progetto che porta nuova linfa al nostro territorio fornendo un’attrattiva affascinante e una risposta concreta alla mancanza di posti letto per chi viene da fuori».
La serata di gala, arricchita da uno spettacolo pirotecnico, ha visto il concerto di Peppino di Capri dopo una cena da mille e una notte con 150 invitati all’interno della villa con affreschi e sculture di valore di artisti come Francesco Andreini e Ugo Savorana. «Il libro riporta in modo dettagliato arte, storia, aneddoti e anche segreti di questa villa che era frequentata dal poeta Giosuè Carducci — sottolinea Ulisse Tramonti che insegna ‘Progettazione architettonica’ all’università di Firenze —. È un volume che ripercorre 300 anni di storia e che vuole essere una testimonianza e un documento prezioso per Predappio, la Regione e la società». E alla fine i fuochi artificiali hanno siglato il passaggio dalla storia all’eternità di questa villa senza tempo proiettata nel futuro a tutta velocità tenendo però il freno tirato sulle radici del proprio passato