Le offerte più convenienti
Prenota gratis
Nessuna commissione

Così il mercato. S'espande il fenomeno della vendita

Notizia pubblicata il 13 gennaio 2008



Categoria notizia : Fatti Curiosi


Bistecche e ortofrutta fai-da-te: un fenomeno in forte espansione. Coi chiari di luna che circolano - luce, gas, benzina, pasta, pane e... companatico alle stelle - esplode anche nel Riminese il fenomeno dell'acquisto diretto.

LE NUOVE STRADE

Dal produttore al consumatore, e tanti saluti alla filiera produttiva. Vale per la carne, ma anche e soprattutto per prodotti orticoli, frutta e vino. Più olii, marmellate e altri derivati. Con risparmi che in certi casi superano il cinquanta per cento.

Come? Elementare Watson: bypassando appunto la vituperata filiera produttiva, i successivi passaggi di mano che fanno lievitare i prezzi a volte di oltre dieci volte, dal contadino alla tavola imbandita.

« Il settore é molto dinamico quanto a vendita diretta: dalle imprese agricole ai cittadini attacca Sauro Benvenuti, responsabile provinciale Coldiretti, 2000 aziende agricole su 4000 del Riminese -. In associazione abbiamo l'elenco di chi vende ai privati. E si allunga di continuo. Crescono ance i casi di 'adozioni' di mucche, pecore, maiali e vitelli: per forniture annuali di latte. Oppure un quarto di animale per la carne». «Ovvio - ragiona
Benvenuti -. Le materie prime - a partire dal petrolio - rinacarano. I margini dei produttori si assottigliano sempre più. E la gente in tasca ha pochi soldi».

TRA i tantissimi «coltivenditori» diretti, diciamo così, uno dei più agguerriti é l'azienda agricola L'Arcangelo, di Edoardo e Miriam Squadrani, a Santarcangelo. «In 4 anni abbiamo quadruplicato le vendite dirette - spiega Miriam Squadrani  -. Vengono single, coppie, famiglie numerose che puntano al risparmio. Ma anche gente col Porsche Cayenne».

I prezzi parlano da soli: cavoli 1,20 a kg; bietole 1,60; patate 70 cent; cardi 1,60 ecc. E la carne? «Noi compriamo da un contadino un quarto di vitellone con un'altra famiglia - spiega la signora Rita da Novafeltria -. In Valmarecchia lo fanno tantissimi. Si risparmia molto. Mio marito va a scegliere l'animale al pascolo. Quando lo macella, l'allevatore ci chiama. Poi fa vari tagli: fettine, macinato, filetto, ossobuco... Ritiriamo il sacco con la carne, poi facciamo sacchetti. Consumando prima quella al sangue: fettine e arrosti. Lo spezzatino lo conserviamo di più congelato. Non oltre 4-5 mesi. E si risparmia parecchio».

«Compriamo poi anche in macelleria - aggiunge l'amica Marta -. Il quarto in frigo lo usiamo come riserva, quando i soldi dello stipendio non bastano ad arrivare a fine mese».

UN ESEMPIO di tour de force del tutto inutile - reso «necessario» dalla astrusità  delle moderne filiere produttive, viene dal settore orticolo. Lo racconta Benvenuti: «Un mio associato produce ravanelli a Rimini. Li cede a un grosso centro distributivo a Milano. Di qui tornano confezionati a Rimini, dove c'é un centro di raccolta a 500 metri da casa del contadino. Nel quale comprano alberghi e ristoranti del posto. Follia: i ravanelli girano mezza Italia, si invecchiano, sono meno buoni e più cari. E tornano al mittente. Invece la vendita 'km zero' garantisce freschezza,   qualità  e prezzo. E inquina meno, facendo circolare meno camion».
Anche il settore allevamento non é da meno. Sentite questa (ma i casi sono a bizzeffe).
L'azienda Ronconi di Verucchio, principale produttrice di conigli nel Riminese (articolo a sinistra) consegna gli animali adulti a una ditta di Savignano sul Rubicone. Qui i conigli
vengono uccisi, e poi portati in un grande deposito di Gatteo Monte. Da dove prendono la
strada di San Zaccaria, in provincia di Ravenna, dove si svolge la macellazione in una grossa struttura attrezzata. Di lì furgoni, camion e autoarticolati partono per consegnare
le carni (insieme a quelle di polli e maiali) in tutta Italia, dal Sud al Nord.

Compresa ovviamente la provincia di Rimini, e la stessa Verucchio. Dove i conigli fanno ritorno appena compiuto lo strano «giro dell'oca».Ma é normale?