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Buoni i primi dati sulla Vendemmia

Notizia pubblicata il 28 settembre 2009



Categoria notizia : Turismo


Vendemmia, partenza record all'insegna di quantità e qualità.Dalla prima raccolta la conferma di una grande annata. Ma dai vincitori arriva un grido d'allarme: la superficie a vigna è diminuita di 11 mila ettari, passando dai 64 mila del 1995 ai 53 mila attuali.

Se il Dio dell'automobile e dell'edilizia hanno mostrato pericolosi segni di stanchezza, lasciando i suoi discepoli in balia di una crisi mai vista negli ultimi settant'anni, c'è un altro Dio che al contrario di miracoli continua a elargirne in quantità industriale: il Dio Bacco (figura della mitologia romana il cui culto si perde nella notte dei tempi), Dio del vino e della vendemmia. Che continua a miracolare da un lato coltivatori e produttori con abbondanti raccolti e dall'altro gli amanti del del buon vino con un nettare di pregevole fattura.
Anche quest'anno, infatti, il giro di boa di metà vendemmia ha confermato che i vini dell'Emilia Romagna godranno di particolare qualità. Per la gioia di tutti. Produttori compresi, naturalmente, che vorrebbero guardare al futuro con maggiore serenità. «E' fondamentale che una simile qualità del prodotto in vigna - commentano i vertici di Coldiretti - trovi un adeguato riscontro nel prezzo pagato ai produttori senza cedere a chi nella filiera gioca al ribasso per rifornirsi di prodotto agricolo a prezzi stracciati». Una stilettata agli speculatori ma anche un poco celato grido d'allarme. «Secondo i dati dell'Osservatorio agroalimentare - continuano da Coldiretti - già lo scorso anno le uve sono state pagate un prezzo medio di 41,3 euro al quintale, più basso del 1995 quando l'uva fu pagata 41,8 euro (81 mila lire) al quintale. Una situazioni inaccettabile».
Soprattutto se si calcola che nel frattempo i costi di produzione sono cresciuti di pari passo con l'aumento dei costi energetici, dei mangimi e della manodopera. «Se le uve non saranno adeguatamente remunerate - assicura il presidente di Coldiretti, Mauro Tonello - c'è il rischio di un'accelerazione della scomparsa dei vigneti che da sempre caratterizzano il nostro territorio. Negli ultimi quindici anni la superficie a vigna
in regione è diminuita di 11 mila ettari, passando dai 64 mila del 1995 ai 53 mila attuali ».
Un brutto colpo per i viticoltori, sempre più condizionati dai prezzi, che potrebbero vedere accentuate le loro difficoltà dall'estirpazione volontaria dei vigneti che lo scorso anno, primo anno di applicazione della nuova normativa europea, ha riguardato in Emilia Romagna circa 2.700 ettari. Un dato inquietante, per un prodotto sempre più di qualità e un mercato in continua crescita, al quale le aziende (1.100 nel 2008) stanno rispondendo aprendo le loro porte direttamente ai consumatori