Forli A volte ritornano Vecchi miti al Naima
Notizia pubblicata il 23 settembre 2008
Categoria notizia : Musica
AL NAIMA club il passato non é mai passato. E qui la musica di ieri resta la colonna sonora quotidiana di chi (e sono un'enormità ) si rifiuta di perder tempo dietro a gruppi del nuovo millennio preferendo smarrirsi nel labirinto della nostalgia. E sarà perchè i concerti giurassici pagano (ricordiamoci dei botti in via Somalia di adorabili vecchietti come 21st Schizoid band, Steve Hackett, Eric Burdon, Procul Harum) che il Naima getta una manciata di polvere d'essai sul cartellone di fine 2008.
Nel pentolone che bolle sul palco del club c'é un po' di tutto: blues, rock, progressive, funky, briciole di jazz e coriandoli brasiliani. Nomi preistorici e qualche realtà da scoprire, sempre al venerdì ovviamente.
Si comincia il 10 ottobre. Sul tetto del Naima si isserà una vecchia bandiera del blues inglese, i Savoy brown, band antidiluviana (battesimo nel 1966) inventata da un chitarrista fulminante, Kim Simmonds, immancabile padre-padrone.
Il gruppo, non notissimo in Italia, furoreggiante negli Usa, viaggia su un sound chitarristico un po' pesantino .Un'altra stagionata chitarra british arriva il 14 ottobre, roba da cultori, cultori dei Jethro Tull: Mick Abrahams. Chi é costui? Il chitarrista del primo album della band scozzese. Anno di grazia, 1968, l'ellepì era 'This was', molto blues.
Mister Abrahams, per sua sventura, partecipò a solo a quello, perchè davanti al microfono c'era Ian Anderson, un genietto lunatico perennemente con il flauto in spalla. O la pensavi come lui o era fnita e così Abrahams fu il primo nome della lunghissima lista dei ripudiati dai Jethro Tull. Dopo il gruppo impennò verso un successone, invece il povero Abrahams si avviò lungo un sentiero in salita. Unico lampo (si fa per dire). l'album ironicamente intitolato 'This is', inciso nel 1998 con una band chiamata This was con cui riproponeva i pezzi del primo album dei Jethro Tull.
Il 7 novembre rispunta Mick Taylor, vecchio amico del Naima, chitarrista virtuoso e soprattutto braccio armato dei Rolling Stones. Aveva 17 anni quando sostituì Eric Clapton nei Bluesbreakers e appena 21 quando salì sul palco di Hyde Park, a Londra, nel 1969, per il concerto omaggio degli Stones a Brian Jones, appena (misteriosamente) annegato. Doveva essere solo un cameo, invece l'esperienza con le pietre rotolanti si protrattà per 5 anni, fino al 1974. La sua chitarra, assieme a quella di Keith Richards, scolpisce epici riff di dischi simbolo come 'Let it bleed', 'Sticky fingers', 'Exile on a main street'. Poi il divorzio, e la carriera solista votata a quel blues rock che gli Stones stavano svendendo.
Una settimana dopo, a volte ritornano: i Curved air, altro frammento di mito del progressive inglese, nome preso a prestito da una composizione di Terry Riley. Nati nel 1969, contaminano il rock a echi classici, con frequenti alti e bassi. L'anno scorso si sono riformati, incidendo un cd di vecchi pezzi, 'Reborn', e nella formazione in arrivo al Naima spuntano i volti storici, la cantante Sonja Kristina (moglie dal 1982 al 1990 del batterista dei Police, Stewart Copeland) e il violinista Darryl Way.
Ma la programmazione del club offre altro, il jazz della pianista Peggy Stern, il 24 ottobre (già con Lee Konitz), i colori brasiliani di Marcos Valle (31 ottobre), il tributo al funky del frenetico vibrafonista Roy Ayers (19 dicembre), altri omaggi al blues con Walter Trout (5 dicembre), Ana Popovic (26 dicembre) e una serata dedicata a Jimi Hendrix (28 novembre) con virtuosi delle sei corde, Uli Jon Roth (Scorpion), Rigo Righetti e Bobby Pellati (Ligabue). E ce n'é abbastanza per i vecchi adoratori del blues-rock.
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