La cultura: un’arma contro la crisi
Notizia pubblicata il 19 luglio 2009
Categoria notizia : Fatti Curiosi
Sangiorgi: ‘Questa città ha la forza per proporre nuovi e grandi progetti’
La crisi non allenta la propria morsa. Come affrontarla?
«A mio avviso ‘innovazione’ dovrebbe essere la parola d’ordine per far compiere un salto di qualità al tessuto economico del faentino. Un termine usato ma non sempre praticato. In tempi in cui le risorse sono scarse, è fondamentale l’intreccio tra cultura, economia e turismo, lavorando in piena sinergia tra gli attori e i protagonisti della città, mettendo tradizione e innovazione sullo stesso piano, per favorire ritorni economici sul territorio. Per fare ciò non bisogna presentarsi disgiunti ma come forza coesa».
In che senso?
«Al progetto di valorizzazione della filiera ‘Territorio, turismo, economia e cultura’, dovrebbero collaborare tutti gli istituti culturali più importanti insieme a quelli che promuovono manifestazioni, da quelle storiche ai nuovi eventi, dando un’immagine unitaria del territorio in ogni occasione, insieme alle associazioni di categoria e imprenditoriali della città. Andrebbe costruita una vera e propria rete, in cui le specificità non si annullano, ma vengano valorizzate. Il territorio ne trarrebbe giovamento perché implementato da tanti protagonismi, in una visione e un progetto unitario, in cui si esalterebbe anche il ruolo dell’amministrazione che non dovrebbe sovrapporsi, ma promuovere, coordinare, valorizzare, sollecitare partecipazione e protagonismo. Dal punto di vista culturale e musicale, Faenza ha la forza per proporre grandi progetti, valorizzando così i tanti talenti del territorio. A questo scopo sarebbe importante anche un Tavolo della musica intorno al quale riunire i principali organizzatori faentini di eventi ed associazioni così da fare fronte comune per un unico scopo: valorizzazione delle risorse e un grande progetto musicale della città che duri tutto l’anno».
A cosa si pensa?
«Faenza è famosa sia per le ceramiche che per la musica. Il Mei ha portato alla città una notorietà unica nelle generazioni più giovani con un buon rapporto di rientro economico. Bisognerebbe implementare questa peculiarità. Penso al Mei, ma anche alla Musica nelle Aie; alla cooperativa Tratti, al Pavone d’Oro, a Faenza Rock, al Sax Festival e alla Scuola di Sarti capaci insieme di creare una rete per realizzare grandi progetti per la musica. Sarebbe indispensabile, infine, costituire una task-force unitaria sul web: troppi siti internet di grandi eventi e istituzioni, dialogano senza dare un’immagine unitaria della città. Sarebbe importante creare un ‘Club del prodotto del territorio faentino’ e dare vita a un tavolo in collaborazione con il mondo economico del territorio con le imprese, le coopertive, le associazioni di categoria e i soggetti che devono declinare in un ritorno economico le peculiarità della città e insieme al mondo della scuola e della formazione».
Un esempio?
«Si potrebbe sperimentare un cartellone di eventi lavorando in sintonia con il mondo del commercio, dell’artigianato, dell’industria, della cooperazione, delle associazioni mettendo in rete le migliori e più dinamiche realtà del territorio. Infine uno slancio all’economia potrebbe arrivare anche da alcuni interventi sociali di poco costo ma di grande impatto.
Penso alle panchine e ai tavolini per giocare a carte per i nostri pensionati in centro, spazi liberi per i ragazzi; sempre in centro sarebbe indispensabile uno spazio a favore della musica più giovane. Scegliere, selezionare, mettere in rete, utilizzare le risorse che possano ricadere beneficamente sulle eccellenze della città: è il modo semplice per tenere in piedi una proposta di una comunità protagonista di un distretto culturale evoluto capaci di interagire anche con città limitrofe.
foto by http://www.flickr.com/photos/pelodia/