Concerto a Bologna nella nuova veste. John De Leo, il Vago solista
Notizia pubblicata il 27 marzo 2008
Categoria notizia : Spettacoli
LA VOCE come il pongo. Le corde che vibrano celate dalla pelle, come percosse da una tazza di metallo al grido «fatemi uscire!». E poi i giocattoli usati come John Cage avrebbe voluto li usassero i suoi figli, le riflessioni sul suono e sulla parola, gli ospiti illustri e le forme d'espressione che si accarezzano. Tutto questo é John De Leo. Tutto questo é Vago Svanendo, il suo primo disco da solista. E tutto questo sarà stasera a Bologna, alle 22 al Locomotiv Club, ospite del talk show radiofonico dal vivo Magazzeno Bis.
NONOSTANTE alcune atmosfere sembrino suggerire il contrario, Vago Svanendo é un'opera molto autunnale, se autunno é sinonimo di malinconia… una sorta di allegro ma non troppo.
«Più che altro triste ma non troppo. Il lato malinconico c'é perchè mi appartiene sinceramente, anche se cerco di non affezionarmici. Per contro, nel disco ci sono momenti di follia ilare».
In effetti, a volte c'é l'impressione di vedere Frank Zappa che dirige lo Zecchino d'Oro. E il culmine si ha in Bambino Marrone, dove sono stati usati solo strumenti giocattolo…
« E' stato un lavoro ai limiti dell'intelligenza. Anche dal punto di vista del linguaggio, che vuole riproporre, enfatizzandolo, quello infantile, volutamente cosparso di errori grammaticali».
E' un album in cui lei porta avanti la ricerca sulla voce come strumento ma anche sui testi, pieni di citazioni…«Sì, anche se non bisogna lasciarsi ammaliare dai lati più evidenti. In ogni caso non possono essere operazioni fini a se stesse. Devono risultare funzionali al concetto…»
Concetto forse espresso dalla partecipazione di Alessandro Bergonzoni, che riflette su parola-suono-significato…
«Il brano con Bergonzoni moltiplica le tematiche e riassume i concetti non espressi, dando forse corpo a quelli che risultavano solo tentativi di esprimerli».
Come si manifesta dal vivo il John De Leo solista?
«Per ora sto uscendo in formazione dal quartetto al quintetto, cosa che ha un po' distorto l'impianto del disco, concepito per un settimino. Ma tutti i contrappunti dell'album sono salvaguardati. Per l'estate parrebbe verosimile un minitour con orchestra».
Che effetto le fa tornare a Bologna, dove coi Quintorigo era in un certo senso di casa?
«In realtà sono di casa un po' dappertutto. Ma i due grandi ospiti di questo disco, Bergonzoni e Benni, abitano qui. E con Stefano ci siamo incontrati proprio qui più volte per parlare dell'album».
(foto di http://www.flickr.com/photos/vanmagenta)