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Povera Francesca, relegata fra i cassonetti

Notizia pubblicata il 14 febbraio 2009



Categoria notizia : Fatti Curiosi


I TANTI BACI “celebri” che esplodono ad ogni San Valentino fanno davvero sorridere dinnanzi al mitico bacio di Francesca da Rimini che, da ben sette secoli, ha fatto e fa ancora sognare dai palcoscenici, dai dipinti, dalle sculture. dai libri e dai fumetti. Sette secoli di ininterrotto successo e di fama che hanno visto la più celebre coppia di amanti della storia restare abbracciati, proprio per quel bacio, primo o ultimo non si sa, addirittura per l’eternità.

Son davvero poca cosa di fronte al nostro, infatti, i trecento anni del tanto celebrato bacio con balcone e treccia di Giulietta e Romeo, i cent’anni dei bagliori amorosi di Klimt e del triste abbraccio all’alpina di Hayez, pur con tutto il suo seguito di sartine innamorate.. Anche se sulla scena amorosa da millenni, Platone e Apuleio, Eros e Psyche non sono in concorso : baci per pochi, per elite, troppo colti e raffinati. Quelli appassionati di Ginevra e Lancillotto, poi, non sarebbero sopravissuti fino ad oggi senza il libro galeotto di Paolo e Francesca.
PER QUANTO fascinosi e commoventi, neppure Cklark Gable e Vivian Leigh di Via col vento, Humphrey Bogart e Ingrid Bergman di Casablanca e, non ultimi, Patrick Swayze e Demi Moore di Ghost, a nulla possono, contro i nostri eroi riminesi dell’amore, nati con Dante e divenuti nel tempo patrimonio dell’umanità (innamorata).

E non si tratta solo di record per durata. Basti pensare che ad esaltare Francesca, la sua storia di passione ma, soprattutto. il suo bacio “tutto tremante”, si sono dedicati i più bei nomi di ogni forma d’arte e in ogni paese. Una schiera d’artisti (più di mille, ad un primo incompiuto censimento) che al suo bacio hanno dato ogni possibile interpretazione, anche in senso fisico e “sensuale”, oltre che ideale.

Per quanto riguarda l’intensità, si va dal baciamano cortese ( Ingres, Dicksee…) alla fusione che precede l’amplesso /(Palanti, Rodin…). Anche in fatto di ambientazione la fantasia non è mancata: baci e abbracci in giardino, in barca, sul balcone come Giulietta, sullo scranno in sala di lettura, sotto le coltri in camera da letto e perfino in volo verso il paradiso o verso l’inferno non si sa. Baci per tutti i gusti e per tutte le tasche quelli di Francesca, da quelli “coronati” dipinti per i Bonaparte, i Murat e i nobili di mezza Europa (Ingres, Copupin de la Couperie, Scheffer…), a quelli ultrapopolari dei ventagli, dei calendarietti da barbiere e dei fumetti erotici per sartine e innamorati d’ogni età.

RIMINI, quindi, capitale mondiale dei baci e dei sogni d’amore? No, Proprio no. Almeno nelle intenzioni dei nostri decisori e strateghi. Se altrove, ad un ambasciatore di notorietà così potente come il bacio di Francesca (da Rimini, appunto), avrebbero eretto santuari, monumenti e musei, organizzato spettacoli ed eventi, qua no. Banale. Qua, come sempre accade, meglio mantenere un approccio superiore, quasi dissacratore.

Nella piccola Gradara, ove probabilmente Paolo e Francesca non sono neppure mai passati, si sono inventati una loro leggenda e una loro identità. Ma Rimini è grande.

Rimini è pragmatica, è per la cultura delle cose solide, del busines e del mattone. Non è per le smancerie e le frivolezze. Così, all’eroina che ha portato e porta il suo nome in ogni angolo del mondo (anche se avrebbe dovuto portare quello di Ravenna ove era nata) ha dedicato un vicolo maleodorante, nascosto tra via Beccadelli e piazzale Kennedy, ideale per un percorso di guerra tra cassonetti di rifiuti traboccanti..

Chi non conosce i riminesi, potrebbe pensare ad una complessa e raffinata strategia di Marketing di una delle tante agenzie o dei numerosi laboratori di pensiero forte che qua abbondano. Meglio così! Unico segnale d’attenzione, recente, è un convegno internazionale di studi dedicato a Francesca da Rimini organizzato dal Museo della Città e dalla Provincia, giunto quest’anno alla terza edizione e che nel 2008 aveva proprio per titolo “Un Bacio, un mito…,” .e che ha visto partecipare i più bei nomi della ricerca in campo storico, letterario e artistico provenienti da tutto il mondo (www.francescadarimini.it). Nessuno di loro, per fortuna, ha fatto il “pellegrinaggio” tra i rifiuti degli alberghi e dei ristoranti della marina. Meglio così!

Se non fossimo a Rimini verrebbe da chiedersi: non varrebbe la pena associare il nome di Francesca a un luogo più consono, magari al giardino antistante i cassonetti ove collocare una bella statua, se non proprio di Rodin anche di qualche artista locale? No, troppo. Almeno per il momento. San Valentino, quindi, dovrà aspettare per essere associato ai patroni della città. Alla quale, comunque, spetta di diritto un forte e caro: “tanti baci” Rimini.

foto by http://flickr.com/photos/26217080@N05/