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Boom di visitatori alla mostra su Umberto Macrelli a Santarcangelo di Rimini

Notizia pubblicata il 20 gennaio 2010



Categoria notizia : Cultura


Sono oltre 1000 i visitatori che nei tredici giorni effettivi della mostra allestita al Monte di Pietà per ricordare Umberto Macrelli a vent’anni dalla sua scomparsa hanno potuto ammirare gli eventi, i personaggi e le atmosfere particolari di Santarcangelo attraverso l’obiettivo fotografico di “Berto”. Un’iniziativa promossa dall’Amministrazione comunale, dall’Istituto dei Musei comunali e dalla famiglia Walter Macrelli, in collaborazione con la locale Pro Loco, per rendere omaggio al fotografo scomparso nel 1989 che nella sua città ha lasciato un segno profondo.

Per la precisione sono 1019 le persone che hanno preso parte all’omaggio al fotografo attraverso una parte degli scatti (la collezione Macrelli si compone di oltre 12.000 pezzi fra stampe e negativi conservati presso il Museo etnografico) legati ai temi che lui stesso maggiormente amava: il calcio locale, di cui era appassionato e dirigente, i personaggi particolari Burro, la Tomasina, Pinaia e tanti altri; i mestieri la città e le sue architetture; la vita al bar; eventi e fatti salienti come il crollo del ponte sul fiume Marecchia nel 1961. Una città filtrata da uno sguardo mite e indagatore, oltre che filtrata attraverso la raccolta di scatti dei maggiori fotografi santarcangiolesi, le Gallavotti, Giovanelli, Turci, De Girolami.

Ed è stato il primo cittadino Mauro Morri a consegnare nelle mani del figlio di “Berto”, Walter, proprio in occasione dell’inaugurazione della mostra il 19 dicembre scorso, l’“Arcangelo d’Oro” (riconoscimento che per il 2009 è andato anche a Lucio Bernardi) alla memoria dell’artista scomparso. Un importante riconoscimento dunque alla figura di Umberto Macrelli per aver realizzato attraverso la fotografia un consistente archivio della memoria storica di Santarcangelo; per aver saputo cogliere con amore le espressioni quotidiane della vita della città e delle sue architetture più nascoste;per aver trasmesso al figlio quella generosità e quel senso di appartenenza alla città che lo ha portato a rendere fruibile tutto il suo patrimonio fotografico attraverso il Museo.