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Turismo Polacco negli Hotel di Saint-Vincent
Notizia pubblicata il 31 marzo 2010
Categoria notizia : Hotel
In crisi di presenze la cittadina termale ripiega sui mercati meno redditizi, La clientela polacca salva Saint-Vincent '' Spende poco, ma almeno riempie le nostre camere''. SAINT-VINCENT «Se non fosse per i polacchi avrei gia' chiuso». Non usa giri di parole Carlo Motto Ros, proprietario dell'Hotel «Au soleil» di Saint-Vincent. Nel 2000 Motto Ros ha deciso di restaurare la sua struttura. «Anche in base ai proclami fatti dall'amministrazione comunale sulla riapertura delle Terme e da quella regionale sul rilancio del Casino', ho migliorato il mio Hotel, pensando ad un certo tipo di clientela.
La Finaosta ha approvato il mio business plan, il problema e' che ancora oggi le Terme sono chiuse, l'attivita' congressuale e' un po' rallentata e il Casino' ha passato anni difficili». Il risultato e' che l'Hotel «Au Soleil» ha rischiato il fallimento e la chiusura. «Non riuscivo piu' a pagare il mutuo. Per fortuna nel 2007 sono arrivati i primi turisti polacchi, loro ci permettono di pagare le rate alla Finaosta». E' dal 2007 che il comprensorio di Saint-Vincent gode di un forte turismo polacco.
«E la Regione spiega Motto Ros non investe nulla in quelle zone. E' un turismo che paga poco, ma che riempie gli alberghi. Sono consapevole che Saint-Vincent non puo' puntare a lungo termine sui polacchi, ma vista la situazione attuale danno da lavorare a molti, e' per questo che non capisco perche' non investano nulla li'. Si dice che rendono poco, ed e' vero, ma gli inglesi dell'Interski non rendono di piu'». Per quanto riguarda le presenze, nel 2009, i polacchi in Valle sono stati circa 28 mila, numero importante, anche se molto inferiore agli oltre 300 mila inglesi o ai 140 mila francesi.
Nella sola Aiat di Saint-Vincent si contavano lo scorso anno 9956 presenze polacche. Parlando con Carlo Motto Ros si percepisce amarezza, il futuro di Saint-Vincent secondo l'imprenditore non e' dei piu' rosei «se potessi venderei subito, ma non c'e' nessuno che, oggi come oggi, comprerebbe a Saint-Vincent, perche' economicamente non conviene. Se avessi immaginato che le cose si sarebbero messe cosi' avrei fatto una ristrutturazione diversa, ingrandito la struttura, con piu' camere e piu' piccole. Con un turismo come quello dei polacchi si guadagna sul numero, non sulla qualita'». L'Hotel Au Soleil dalla terza meta' di dicembre e sino a Pasqua e' riempito per piu' della meta' da polacchi.
«La loro presenza conferma Silvana Perucca, presidente dell'Adava, l'associazione degli albergatori e' massiccia, soprattutto nella zona di Saint-Vincent e Chatillon. Ma e' un mercato che rende molto poco. Va detto che ormai il turismo a Saint-Vincent e' inesistente, per cui si e' dovuto ripiegare, e sottolineo ripiegare, su altri mercati, meno redditizi, che danno un minimo di ricavo, ma che alla lunga non offrono il giusto ritorno. Sia chiaro, non disdegno i polacchi, sono ottime persone, ma credo che Saint-Vincent meriterebbe una fascia piu' alta di turismo».
Altro problema sarebbe il Grand Hotel Billia. «Il Billia dice ancora Motto Ros e' sempre stato un volano per il turismo, assieme al Casino' ha sempre attirato molte persone, soprattutto con l'attivita' congressuale, ora molto ridimensionata. Perdipiu' ora ci sta facendo una concorrenza spietata con tariffe simili alle nostre, il che mi andrebbe benissimo se a farlo fossero dei privati, ma il fatto che a farmi questa concorrenza sia la Finaosta (proprietaria dell'Hotel), e in definitiva la Regione, da' un po' fastidio».