Forlì prova a inseguire il turismo internazionale. Tour per la stampa inglese tra le bellezze della città
Notizia pubblicata il 18 febbraio 2008
Categoria notizia : Turismo
IN PIAZZA Saffi, alla prima frase in inglese, si voltano tutti. Beh, bisogna capirli i forlivesi, trovare qualche turista con macchina fotografica e cartina in mano per il centro della città , fa una certa impressione. Non ci siamo abituati, eppure il fenomeno c'é, e in crescita. Merito delle mostre del San Domenico e anche delle rotte low cost del 'Ridolfi'. Però perchè i turisti abbocchino serve anche l'esca giusta. Ecco allora che da un po' di tempo l'Apt regionale e l'Unione Città d'arte dell'Emilia-Romagna stanno incrementando i tour di giornalisti stranieri a Forlì.
LO SCOPO é chiaro: tutti all'estero conoscono Firenze, Roma, Ravenna, Rimini. Nessuno Forlì, e allora perchè non provare a conquistare qualche briciola al ghiotto banchetto del turismo? Anche perchè, ad esempio, neanche l'uno per cento dei visitatori della mostra di Silvestro Lega, dell'anno scorso al San Domenico, proveniva da paesi stranieri. Un mercato mai esplorato, ma immenso, invitante. E così ieri, grazie anche all'importante ruolo del Club di prodotto Forlì-Arte, Turismo e Congressi, la città ha incontrato due turisti fuori dall'ordinario: Peter Bell ed Emma Chife Azuka Onono, entrambi di Londra, giornalisti del quotidiano inglese The Sun. Il loro tour, cucito con raffinata pazienza da Orazio Marchi presidente delle guide turistiche di Forlì, é stato molto semplice: primo impatto viale della Libertà , «E qui sembra che il tempo si sia fermato» é stato il commento, con chiaro riferimento all'impronta architettonica del Ventennio.
Seconda tappa, piazza Saffi, naturalmente il campanile di San Mercuriale con visita annessa all'abbazia, dove, sorpresa, si aggiravano dei turisti veri, con tanto di macchina fotografica: una sosta in ammirazione del Palmezzano, un'altra davanti alla cappella Mercuriali. Inevitabile anche una passeggiata nel chiostro, bellissimo certo, ma anche i due inglesi si sono accorti delle mille scritte che ne imbrattano ogni centimetro quadrato: «Oh my God, ma non si può fare qualcosa contro i vandali?». Good question, bella domanda…meglio lasciar perdere. Il tempo stringe: cos'altro si può far vedere a due turisti in una visita lampo di Forlì? La mostra del Cagnacci al San Domenico. E qui i due cronisti del Sun rimangono senza parole. Certo, loro a Londra hanno la National Gallery, il British Museum, ma l'ex convento regala comunque un forte impatto visivo, grazie anche al dribbling che evita la striscia cementizia del parcheggio di Guido da Montefeltro.
L'ESPOSIZIONE é affollatissima, il tempo poco, ma anche una manciata di minuti basta per innamorarsi del Caravaggio, del Cagnacci o farsi inorgoglire di puro nazionalismo anglosassone alla vista di una tela prestata dalla Royal Collection. Poi stop, non c'é più tempo: «It's time to go», tempo di andare. All'appello del tour mancano ancora l'eremo di Montepaolo e la fortezza di Castrocaro, ma a parole il bilancio dei giornalisti inglesi é lusinghiero: «Great, Forlì ha alcuni vantaggi: é vicina a Rimini e Bologna, ha un aeroporto che grazie alla Ryanair é raggiungibile velocemente e a poco prezzo dall'Inghilterra. E poi avete molto da offrire, noi inglesi non siamo abituati a città con molti volti interessanti come la vostra: stili architettonici differenti, arte di periodi diversi e tutto raggiungibile a piedi».
ALLA FINE l'impressione é quella di una città diversa da quella che siamo stancamente abituati a vivere ogni giorno. Sì, forse Forlì città d'arte é un'esca che potrebbe davvero funzionare. Però bisogna crederci, promuoverla, non stancarsi mai di farla conoscere, inserirla in qualche pacchetto destinato ai tour operator stranieri. E allora forse i turisti con la guida sottobraccio, il naso all'insù e la videocamera in mano potrebbero anche diventare una piccola costante di piazza Saffi.
(foto by Strocchi)