I consigli del trendsetter Piccinelli: 'discoteche svecchiatevi'
Notizia pubblicata il 19 agosto 2007
Categoria notizia : Night Life
Roberto Piccinelli con il suo stile da dandy apparentemente fuori dal tempo è invece un osservatore attento, maniacale persino, dell'evoluzione disordinata delle mode che decretano il successo di un club, un bagno, un ristorante.
Teorizza maniere inedite, spesso divertenti , anche surreali, di immaginare l'aperitivo, gioca con gli eccessi e finisce, con la sua Guida al piacere e al divertimento, per divenire, ogni anno, uno dei protagonisti dell'estate.
Come gli chef, i barman, i tanti ragazzi che lavorano nelle discoteche, che lui promuove o boccia e dai quali è quindi equamente ammirato e temuto.
«
E' L'ESTATE della confusione - dice -. Le discoteche sono in crisi, e gli stabilimenti balneari tutto sono fuorché dei luoghi dove andare a prendere il sole e fare il bagno. Sono disco bar, mercatini, palestre. Sulla Riviera c'é il rischio del conformismo. Adesso tutti i bagni sono uguali. Così diventa difficile trovare uno stabilmento, dove, semplicemente, oziare, guardare il mare, senza necessariamente dover ascoltare musica. Bisogna essere iperattivi.
Così, al mare si finisce per lavorare più che in ufficio».Dove andare la sera? «Proprio perché l'offerta del mare è satura, la sera torna la voglia di scoprire i club dell'interno.
Penso al Paradiso, che riaprirà definitivamente a ottobre e che però a sorpresa, organizza feste a invito. E al Cocoricò che proprio ieri sera ha fatto la festa dei 18 anni. Così, se al mare c'è il pericolo incombente di annoiarsi, appena possibile si va in collina».
Certo, ma i nomi dei club in riviera sono sempre gli stessi...«Vero, le discoteca non sono riuscite a rinnovare il loro progetto, la loro offerta creativa.
Bisognerebbe cambiarle. Eliminare quelle enormi piste da ballo, che sono il simbolo di un divertimento che arriva dagli anni '90. Sono posti ancora bellissimi, penso al Peter Pan, al Byblos. Ma dovrebbero
cambiare nome . Non sono ancora finiti, ma hanno bisogno di una nuova filosofia».
In che maniera?
«Trasformandosi in quelli che io definisco '
Social Beauty', posti
dedicati ai massaggi e alla sauna, che aprono nel pomeriggio. Immaginate che colpo d'occhio sarebbe
un'area fitness con piscina al Peter Pan. Significherebbe estendere (e anticipare) l'orario di apertura e di fruizione di questi club, la possibilità di farli frequentare da un pubblico di età diverse.
Basta con il binomio ristorante-discoteca.
Soppiantato da una beauty farm che fa dimagrire prima di consumare la cena e il cocktail. Con tanto di relais elegante dove poter dormire. Locali di nuova concezione, da raggiungere subito dopo essere stati in spiaggia. Consacrati alla cultura dell'immagine e
del benessere fisico. Dove, soprattutto, sia
privilegiata, la possibilità di incontrare, di socializzare. Ne esiste uno a
Capri, si chiama
Panta Rei, ed é sempre affollatissimo. Qui, invece, mi sembra prevalga la conservazione.
Pochi hanno ancora la forza di rischiare, di sperimentare. Ma, per farlo, bisognerebbe prima uscire da questa ideologia anni '90 che é stata, certamente, la fonte del successo internazionale della riviera. Ma sono passati quasi 20 anni».
Foto dal sito ufficiale www.piacereedivertimento.com