Santarcangelo.Buzzi non molla: la fabbrica chiuderà
Notizia pubblicata il 18 novembre 2008
Categoria notizia : Fatti Curiosi
CI HA messo una pietra sopra. Per sempre. Stavolta non esistono margini, e non ci sarà più alcuna trattativa. Nel febbrile incontro di ieri pomeriggio a Roma con i sindacati, la Buzzi Unicem non ha fatto un solo passo indietro: «La cementeria di Santarcangelo chiuderà a fine anno. Non ci sono alternative». E nemmeno, ha spiegato a Cgil e Cisl Sergio Salvi, il direttore del personale del gruppo Buzzi Unicem (che vanta una decina di stabilimenti in Italia, e numerosi all’estero), si può pensare a una chiusura graduale della storica fabbrica di Santarcangelo: «Non ha senso, né a livello industriale, né sotto l’aspetto ambientale.
Continuare solo l’attività di macinazione, ad esempio, senza il trattamento delle materie, causerebbe inquinamento ed emissione di polveri». Ai sindacati il dirigente Buzzi ha spiegato perché, nonostante il gruppo abbia chiuso l’ultimo trimestre con un aumento dei ricavi del 5%, l’attività della cementeria sia in forte difficoltà. «Nel 2008 abbiamo prodotto il 13,2% di cemento in meno, con un calo di fatturato del 9,8%. E le prospettive per il 2009 sono di un ulteriore peggioramento». Salvi ieri ha presentato un piano di ricollocazione per 20 dei 64 dipendenti, per gli altri «scatteranno tutti gli ammortizzatori sociali». Ma indietro non si torna: a fine anno la fabbrica di Santarcangelo chiuderà, facendo risparmiare a Buzzi 5 milioni.
Una decisione contro cui si oppongono non solo i sindacati, il Comune di Santarcangelo e la Provincia di Rimini, ma pure il piccolo paese Pergola, nel Pesarese. Il paese si si regge sulle concessioni delle cave da cui la Buzzi attinge le materie con cui realizza il cemento a Santarcangelo. «Il sindaco del paese, Giordano Borri, è molto preoccupato. Per Pergola veder chiusa la Buzzi significa perdere lavoro e buon parte degli introiti comunali — spiega il sindaco di Santarcangelo, Mauro Vannoni, che ha parlato a lungo con Borri l’altro ieri — A questo punto noi e Pergola lotteremo insieme, affinché la fabbrica non chiuda.
Se la Buzzi cessa l’attività, lascia senza lavoro non solo i 64 addetti della fabbrica di Santarcangelo, ma anche tanti altri lavoratori nel paese marchigiano». Vannoni replica poi alla Uil, il sindacato che ha accusato il Comune di essere responsabile della chiusura della fabbrica per non aver accolto il progetto, che ne prevedeva la conversione in centrale elettrica. «Intanto, non solo Santarcangelo ma tutti i comuni della vallata, e pure la Provincia, si sono opposti. In secondo luogo, la centrale non sarebbe mai stata costruita: Buzzi aveva individuato Santarcangelo come possibile sito per l’impianto, ma non era l’unico».
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