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Il trasporto pubblico inquina; serve il metano

Notizia pubblicata il 01 ottobre 2007



Categoria notizia : Cultura


Significativo, per Zanzini, é però anche il fatto che la Tram, "pur sollecitata, non ha mai dato risposte su un problema oggettivo: i bus diesel inquinano e costano.

  Con il metano inoltre si risparmierebbe".Del problema l'assessore intende investire anche il primo cittadino, Alberto Ravaioli.

"Mi sembra necessario che il sindaco faccia sentire la voce dell'amministrazione. Del resto, quella della conversione a metano dei mezzi pubblici, é una misura condivisa da Ravaioli come dall'assessore ai Lavori pubblici, Paola Taddei.

La Tram deve dare risposte".Zanzini vorrebbe inoltre trasferire il deposito dei mezzi della Tram da via Carlo Alberto Dalla Chiesa per trasferirlo a monte della statale, dove sarebbe possibile far arrivare le condotte del metano ad alta pressione. "Otterremmo un duplice obiettivo - argomenta il responsabile dell'Ambiente -.

Da un lato risolveremmo un problema oggettivo lamentato dai residenti di quella zona. Da viale Carlo Alberto Dalla Chiesa arrivano infatti continue proteste per l'inquinamento acustico e per quello atmosferico.

La presenza dei mezzi pubblici alimentati dal diesel é nociva, su questo non ci sono dubbi. In secondo luogo avremmo la soluzione per il metano: le condotte ad alta pressione, difficilmente collocabili in una zona così centrale".Contro i mezzi pubblici inquinanti si schiera anche l'associazione ambientalista "Pedalando e camminando”. Dice il presidente Marco Abbondanza: "Ben vengano i provvedimenti di limitazione del traffico urbano, ma quelli approvati fino a ora sono parziali".

Per Abbondanza infatti "é inquinante anche il trasporto pubblico. Il gasolio é dannoso, serve il metano".Inoltre le regole dovrebbero essere uguali per tutti: "Ci sono categorie che hanno accesso al centro e altre no, non lo troviamo giusto".Stesso discorso per i "grossi mezzi privati che pur continuando a inquinare hanno accesso garantito al centro".Altro problema quello delle piste ciclabili.

"La verità  é che non esistono vere e proprie piste ciclabili, ma percorsi ciclo-pedonali misti, rimediati spesso da marciapiedi. Basta guardare l'esempio di Riccione per capire che servono indicazioni degli itinerari e soprattutto serve un contrasto alla sosta selvaggia. C'é infatti un problema di controlli. Così si finisce per penalizzare categorie come quelle dei disabili che necessariamente, ovvero di conseguenza, diventano deboli e vedono cancellati i propri diritti. Tenteremo di lavorare con il Comune, come facciamo da tempo, per migliorare le cose".