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Lo 'strano' fenomeno dei Transessuali In Televsione

Notizia pubblicata il 06 novembre 2009



Categoria notizia : Spettacoli


L'ultimo è Cristal. Assiso su una poltrona rossa al centro del parterre di “Italia sul Due”. Tenuto a raccontare come vive e cosa fa chi appartiene alla categoria più trendy della domestica tv nazionale. Pochi giorni da quando abbiamo conosciuto il capostipite di questa tele-generazione, quella Nathalie frequentata da Marrazzo. Dopo di che, non c'è stato talk che non si sia spalancato ai trans-rappresentanti.

Puntate monotematiche per “Ballarò”, “Porta a Porta” e “Annozero” e, poi, un'invasione nei tg e in tutti i contenitori del day-time di Rai1, Rai2, Canale 5, Rai3. Un tic paradossale, come tutti i tic della tv quando all'improvviso scopre un filone e si mette a dissodarlo con intensità. Tanto più quando si parla di una condizione di per sè trasversale, di passaggio, non a caso messa da sempre all'indice del perbenismo sessuale , preoccupato di picchettare con certezze adamantine il maschile e il femminile.
Che, guarda caso, può essere sdoganata e diventare un tema della quotidianità, un oggetto del discorso addomesticato ed esibito. Come era accaduto con LuXuria, artefice della sua irruzione nella politica e, dunque, nei media che ne costituiscono la vetrina: un trans capace di maneggiare e rendere familiare la sua diversità, condizione base per il suo accesso alla grande
platea della tv e la sua accettazione generalista.
Ma i trans che vediamo ora non sono Luxuria, che peraltro torna in auge, diventa ospite fisso e fa il suo appello buonista «Italiani, non amate di nascosto le transessuali », in nome di un sesso libero e di una condizione vissuta come qualunque altra. Si muovono nelle periferie, in case senza glamour, per strade illuminate dai fari delle auto e dicono senza veli quello che lì accade, quello che gli uomini vengono a cercare e quello che loro offrono.
Ma la storia che racconta la tv non è semplicemente un reportage sulla prostituzione. È un gioco ambiguo e rischioso. I trans che entrano nei programmi si ritrovano su un una soglia scivolosa, in cui l'esibizionismo di qualcuno si intriga con quello della tv e rischia di innescare un boomerang che può essere devastante. Forse è questo che paventa Maurizia Paradiso quando se la prende con Valdimiro Guadagno che si vanta di essere stato corteggiato da uomini politici. O quello che succede a “Italia sul Due” quando Cristal che, pure, rivendica la sua normalità, assolutizza se stessa e cade nella trappola del personaggio da mostrare, per un verso da accogliere con tolleranza, per l'altro, da picchettare mettendogli intorno preti, divette del gossip, sociologi e psicologi.
Tutti lì a spiegare, a trovare una ragione a quella differenza e, dunque, a padroneggiarla, fino al momento canonico in cui si ristabiliscono gerarchie e ruoli. La scena della tv non fa sconti a nessuno. Guai a dimenticarlo. Fra i tanti che abbiamo visto, qualcuno è riuscito a dire la sua vita e la contraddizione tra merce e sentimento. Questa sì veramente trans, perchè non riguarda solo chi porta quell'etichetta ma tutti quelli che li frequentano nell'oscurità e quelli che guardandoli sul piccolo schermo li aggiungono al grande baraccone della tv.