Camera Pictae: Fontanellato, Mantova, Parma
Notizia pubblicata il 22 settembre 2009
Categoria notizia : Turismo
Se siete stati a Mantova e a Parma, c’è un motivo in più per venire a visitare Fontanellato, corte di pianura: l’Affresco del Parmigianino, custodito dal 1523 nella Saletta di Diana e Atteone in Rocca Sanvitale (19 km da Parma) è annoverato tra le più belle stanze del mondo da conoscere in un mini tour d’arte che unisce in un percorso ideale Parma città, la provincia parmense e il mantovano.
LE PIÙ BELLE STANZE SEGRETE DEL RINASCIMENTO PAGANO IN VALPADANA . IDEE E CONSIGLI PER UN ITINERARIO DI MERAVIGLIA. A NOVEMBRE E DICEMBRE 2009. I SUGGERIMENTI DI ALESSANDRA RUFFINO
Parola della studiosa e critica d’arte Alessandra Ruffino che – su commissione dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Fontanellato – ha tracciato su carta (percorso per la mente scaricabile anche on line www.comune.fontanellato. pr. it) un viaggio pensato per turisti e appassionati d’arte che tocca la Camera degli Sposi (o Camera Picta) affrescata dal Mantegna nel Castello di San Giorgio a Mantova tra il 1465 e il 1474, la Camera di San Paolo decorata a Parma verso il 1519 da Correggio e il Camerino di Diana, che Parmigianino dipinse nella piccola corte dei Sanvitale a Fontanellato nel 1523.
…In quell’epoca di riscoperta dell’antico e di sviluppo dell’arte dotto e laico che fu il Rinascimento, almeno fino al Sacco di Roma del 1527 (dopo il quale la libertà creativa degli artisti fu spesso condizionata)…in quell’area d’Italia fiorita lungo la Piana del Po, chiamata allora “Lombardia”, alcune corti e piccole città – invitando grandi maestri in pittura, scultura e architettura a realizzare opere sui propri territori – si apprestavano così ad acquistare una fama che sarebbe durata nei secoli…
Tre di questi centri, Mantova, Parma e Fontanellato, vennero impreziositi e resi unici dai lavori di tre pittori insigni: Andrea Mantegna (Isola di Carturo, Padova 1431 ca. – Mantova 1506), Antonio Allegri detto il Correggio (Correggio 1489 ca. – 1534) e Francesco Mazzola detto il Parmigianino (Parma 1503 – Casalmaggiore 1540). Alla morte della Badessa Giovanna da Piacenza, nel 1524, al monastero di San Paolo in Parma fu imposta la clausura, la Camera fu chiusa e dimenticata per 250 anni. Un destino simile a quello del Camerino di Diana a Fontanellato, su cui calò l’oblio per 172 anni: dal 1524, allorché Parmigianino ne completò la decorazione, fino al 1696.
“Varie caratteristiche accomunano le tre camere: si tratta di ambienti piccoli, non saloni come quelli del ferrarese Palazzo Schifanoia, affrescati verso il 1470 e riconducibili a un clima culturale e a una geografia artistica compatibile con quella su accennata – ha spiegato la dottoressa Alessandra Ruffino - si tratta di stanze la cui decorazione fu eseguita da un unico artefice, a differenza – per dare termini di paragone utili – di operazioni collettive come sarà alcuni decenni dopo lo Studiolo di Francesco I a Palazzo Vecchio di Firenze (1570-72); tutte e tre, poi, sono luoghi privati (talvolta quasi segreti) e non destinati ad usi religiosi, come invece fu – per esempio – a Firenze La Cappella dei Magi di Benozzo Gozzoli (1459), un’altra magnifica camera picta ultimata pochi anni prima di quella di Mantova. Come vedremo, gli elaborati programmi decorativi delle tre stanze nacquero in un analogo contesto erudito, pervaso di cultura umanistica, d’interesse per l’antichità, di gusto per il geroglifico (quello riscoperto dall’Egitto, ma pure quello illustrato nel connubio parola-immagini dei libri di ‘emblemi’ & “imprese’ allora di gran moda). E le tre cameræ pictæ – soprattutto – trovano un decisiva ragione di confronto nel dato storico che pone in continuità le biografie dei tre maestri in una genealogia d’eccezione: presso la bottega del Mantegna si formò il Correggio e costui, a sua volta, ebbe tra i suoi aiuti Parmigianino”.
Complessa l’architettura decorativa del soffitto della Camera degli Sposi, tutto affrescato su fondo a finto mosaico dorato (lo stesso che Parmigianino fingerà nei pennacchi del Camerino di Diana a Fontanellato e nelle nicchie dorate coi monocromi di Adamo, Eva, Mosè e Aronne nella chiesa di Santa Maria della Steccata a Parma).
Ed eccoci a Fontanellato...
Il bagno di Diana. È una saletta rettangolare (m 4,35 x 3,50 e 3,90 d’altezza) sormontata da una vòlta ripartita in quattordici lunette (quattro sui lati lunghi e tre sui corti), alternate da peducci e maschere di Medusa in stucco. In origine la zona inferiore dello stanzino doveva essere rivestita da tessuti, boiseries o magari – come nella Camera amera Picta di Mantova – da ‘corame’ (cuoio). Il gazebo della vòlta riprende evidentemente quello allestito dal Correggio nella Camera di San Paolo Paolo, in più esso è caratterizzato da pennacchi rivestiti di finto mosaico oro forati su aperture di cielo azzurro, sui quali s’innesta un pergolato abitato da dodici putti (alati e non), al centro del quale, in alto, si apre una finestra ottagonale cinta da un roseto; sigillo della vòlta uno specchio circolare con l’iscrizione RESPICE FINEM (Attendi la fine). Nelle lunette (alla cui base corre un fregio con epigrafe d’intonazione mitologica composta per l’occasione) si narra la fabula di Diana e Atteone, secondo la versione del mito tramandata da Ovidio (Metamorfosi, III, 138-253). Colpevole d’aver involontariamente sorpreso Diana al bagno durante una battuta di caccia, Atteone viene punito dalla Dea che lo muta in cervo, sicché, divenuto da predatore a preda, il giovane finisce sbranato dai suoi propri cani. Come nel racconto ovidiano, la scena si svolge in un bosco nelle ore che tendono al crepuscolo (come mostrano gli scorci di cielo al tramonto in un paio di lunette). A Fontanellato come a Parma Parma, dunque, Diana è padrona di casa.
A Parma il Parmigianino era stato ingaggiato nel 1522 come aiuto di Correggio per le pitture in San Giovanni Evangelista, in breve tempo però – sviluppando un suo stile pittorico percorso da fremiti neogotici e teso verso sperimentazioni ardite già in parte tentate nel Quattrocento dai pittori della “Officina Ferrarese” – abbandonerà la lezione correggesca. La pittura moderna, come praticata da Correggio, era giunta al massimo grado di maturazione, Parmigianino capì che occorreva cambiare strada e mise in opera tale comprensione proprio negli affreschi di Fontanellato, attraverso – per esempio – una maggiore fedeltà a Mantegna (nell’apertura della vòlta specialmente), o la messa in posa un po’ spettrale delle sue figure.
Osservando bene le figure del Camerino di Diana, se ne potrà infatti cogliere tutta la novità: esse non sono statiche e antichizzanti come quelle mantegnesche e neppure disinvolte, e quasi sfacciate nel loro goloso naturalismo, come quelle di Correggio: appartengono alla notte e al sogno queste figure (siderali perfino nei loro nivei incarnati) e la loro singolare e inquietante bellezza sarà destinata a essere disconosciuta per secoli, fino a quando – con l’avvento delle Avanguardie storiche del Novecento (che adotteranno il Manierismo come sponsor per fenomeni quali Espressionismo, Surrealismo) – torneranno ad essere apprezzate.
Motivi ricorrenti
…ALLA SCOPERTA DI DIFFERENZE E SOMIGLIANZE
A questo punto del percorso sono già emersi varii indizî che mostrano quanti temi pittorici, spunti inventivi e tecnici affini ricorrano nelle tre cameræ pictæ: ricapitoliamoli in breve. Per quanto concerne l’ispirazione, abbiamo notato come un pervasivo gusto emblematico muovesse tanto i committenti, quanto i pittori delle tre stanze: a Mantova Mantegna aveva inserito otto emblemi con motto, celebrativi delle virtù gonzaghesche; a Parma Giovanna da Piacenza aveva chiesto all’Araldi, nella stanza accanto a quella decorata da Correggio, di dipingere un selezionato repertorio d’emblemi; una traccia della medesima sensibilità la si può poi cogliere tanto nelle sedici lunette monocrome correggesche, quanto nello specchio col RESPICE FINEM di Fontanellato. Per quanto riguarda le scelte decorative e tecniche si è visto il comune ricorso dei tre artisti a un uso intensivo del trompe l’oeil l’oeil: sia nelle architetture rivestite di finto mosaico presenti nei lacunari della Camera degli Sposi e nel pergolato di Fontanellato, sia nei monocromi ‘neoclassici’ (di un classicismo più romano e rigido in Mantegna, più ellenico e naturale in Correggio) delle vele della Camera mantovana e delle lunette della Camera di San Paolo (quelli Parmigianino li rifarà suoi alla Steccata). In tutt’e tre le stanze si trovano inoltre pergolati celesti e delle vòlte la cui decorazione – pur variamente declinata – tende ad aprirsi in sfondato sul cielo. Altre presenze ricorrenti – passando a un piano più narrativo e/o ornamentale – sono festoni e ghirlande fiorite a Mantova e Parma; una medesima regina per due reami (Diana Diana, a Parma e a Fontanellato); cani che s’aggirano dappertutto e poi, ancora, – in un regno intermedio tra uomini e dèi – frotte di putti che movimentano queste stanze. A un livello più concettuale e storico, sopravvivenza e trasformazioni di tali motivi testimoniano, alle soglie della maniera moderna, come stia cambiando il rapporto tra opera d’arte e pubblico. A chi entri in uno di questi piccoli e splendidi spazi segreti si richiede d’entrare dentro l’opera, di sentirsi parte di essa: a Mantova ci vien chiesto di partecipare alla glorificazione d’una casata, a Parma ci s’invita a essere spettatori – con un’ambigua punta di voyeurismo – dei turbolenti giochi dei ragazzini che s’intravvedono dietro le frasche, a Fontanellato siamo chiamati a partecipare al lutto d’una famiglia e a un dramma di morte e resurrezione (una dialettica, questa, cui alludevano, come tra poco accenneremo, alcuni putti della Camera degli Sposi). E se l’Arte nutre la mente, è altrettanto vero che può (e deve) anche divertirla: perciò, in chiusura, proponiamo qualche tèssera utile per chi – una volta raggiunte le tre stanze – vorrà cimentarsi nel gioco vagamente enigmistico della ricerca di somiglianze e differenze. E – chissà? – sarà forse curioso mettersi in una caccia al tesoro interessante anche per i più piccoli; del resto, avendo per scorta Diana cacciatrice a Parma e Fontanellato, e i segugi del Duca a Mantova, perché non lanciarsi in questo inseguimento?
Informazioni pratiche
COME ARRIVARE A FONTANELLATO
Autostrada A1 del Sole
Da Bologna > uscita Parma Ovest
Da Milano > uscita Fidenza
Autostrada A15 della Cisa > uscita Parma Ovest
Da Parma città (19 km) SS 9 (“Via Emilia”); SP 11 per Fontanellato
Da Mantova (82 km) SS 420 per Sabbioneta oppure SS 343 per Colorno > direzione S. Secondo - Fontanellato
Da Cremona SP 87 per Sospiro e SP 85 per S. Daniele Po > direzione S. Secondo – Fontanellato
N.B. si prende come centro dei percorsi stradali Fontanellato, essendo la presente pubblicazione promossa dall’Assessorato alla Cultura di questo Comune.
LE TRE STANZE IN PRATICA
CAMERINO DI DIANA DIANA , piazza Matteotti 1 – Rocca Sanvitale – 43012 FONTANELLATO (PR)
Info e prenotazioni tel. 0521 823220 fax 0521 824042 (attivi tutti i giorni da Ottobre a Marzo lunedì escluso: 9.30-12.30 / 15-18). Per gruppi e scuole prenotazione obbligatoria obbligatoria.
Orari Orari: Novembre-Marzo da martedì a domenica, Feriali 9.30-11.30* / 15-17*; Festivi 9.30/12* - 14.30/17*; Aprile-Ottobre tutti i giorni, Feriali 9.30-11.30* / 15-18*; Festivi 9.30-12* / 14.30-18* (*)
Inizio ultima visita
Tariffe: ingresso unico (visita guidata obbligatoria inclusa) € 3. Per la visita completa al Museo della Rocca Sanvitale tariffe variabili: Adulti € 7 / Gruppi (Min 20 pax) € 6,50 / Bambini (6/16 anni) € 2,50 / Scolaresche € 5,50 / Ridotto card € 6.
CAMERA DEGLI SPOSI SPOSI, Museo di Palazzo Ducale - Piazza Sordello, 40 – 46100 MANTOVA
Info e prenotazioni prenotazioni: tel. 041 2411897 (prenotazioni) – 0376 224832 (biglietteria del Museo): per la Camera degli Sposi prenotazione obbligatoria (costo prenotazioni: gruppi € 10,50 / gruppi scolastici € 5,25 / singoli € 1). Orario: da martedì a domenica 8.45-19.15 (ultimo ingresso h 18.30), chiuso lunedì e il 1° gennaio; 1° maggio; 25 dicembre.
Tariffe Tariffe: intero € 6,50 / Ridotto € 3,25 / Gratis cittadini dell’Unione Europea (compresi quelli dei paesi di nuova adesione) under 18 e over 65 anni, studenti di accademie di belle arti e universitari di
materie storico-artistiche, archeologiche, architettoniche (con valido documento d’iscrizione all’a.a. in corso), scolaresche italiane previa prenotazione; guide turistiche; membri dell’ICOM; giornalisti
muniti di tessera; insegnanti di materie storico-artistiche; dipendenti del MiBAC.
CAMERA DI SAN PAOLO PAOLO , strada M. Melloni, 3/A – 43100 PARMA
Info e prenotazioni: tel. 0521 233309 fax 0521 206336
Orario: da martedì a domenica 8.30-13.30, chiuso lunedì. N.B. Durante la mostra Correggio (20 settembre 2008-25 gennaio 2009) la Camera sarà aperta tutti i giorni con orario continuato.
Tariffe Tariffe: intero € 2 / Ridotto € 1 / Gratis per under 18, over 65 e scolaresche munite di lista dei nominativi vidimata dalla scuola e firmata dal Dirigente scolastico.
Consigli bibliografici per saperne di più
Sulla Camera degli Sposi Sposi: GIOVANNI AGOSTI, Su Mantegna I, Milano, Feltrinelli 2005; MARIA BELLONCI, Ritratto di famiglia. I Gonzaga del Mantegna, introduzione di Raffaella Morselli, Mantova, Tre Lune
2006 , YVES BONNEFOY, Mantegna, in La civiltà delle immagini. Pittori e poeti d’Italia, Roma, Donzelli 2005 ; MICHELE CORDARO, La Camera degli Sposi di Andrea Mantegna, Milano, Electa 2006;
ALBERTA DE NICOLÒ SALMAZO, Mantegna, Electa 1997; Mantegna - La Camera degli Sposi, a cura di Michele Cordaro, Olivetti-Electa 1992; RODOLFO SIGNORINI, Opvs hoc tenve. La camera dipinta di
Andrea Mantegna. Lettura storica iconografia iconologica, presentazione di Eugenio Battisti, Parma, Artegrafica Silva 1985.
Sulla Camera di San Paolo Paolo: ALBERTO ARBASINO, Su Correggio, Milano, Electa 2008; Il Correggio e la Camera di San Paolo, a cura di Francesco Barocelli (contiene il Ragionamento del Padre Ireneo Affò
sopra una stanza dipinta del celeberrimo Antonio Allegri da Correggio, ROBERTO LONGHI, Il Correggio e la Camera di San Paolo [1956], ERWIN PANOFSKY, L’iconografia della Camera di San Paolo del
Correggio [1961], Banca del Monte di Parma 1988); MICHELE FRAZZI, Correggio la Camera Alchemica, presentazione di Andrea Aromatico, Milano, Silvana 2004.
Sul Camerino di Diana Diana: CESARE BRANDI, Gli affreschi di Parmigianino a Fontanellato, in Terre d’Italia, prefazione di Giulio Carlo Argan, Roma, Editori Riuniti 1991; MARZIO DALL’ACQUA-MARIO CALIDONI,
Fontanellato corte di pianura, Parma, Arte Grafica Silva 2004; Fontanellato, a cura di Marzio Dall’Acqua, Gianni Guadalupi, Franco Maria Ricci, Milano, FMR 1999; AUGUSTA GHIDIGLIA QUINTAVALLE, Il
"Boudoir" di Paola Gonzaga Signora di Fontanellato, in «Paragone», n. 209 (1967), pp. 3-17; PIERRE KLOSSOWSKY, Il Bagno di Diana, trad. di G. Marmori. Nota sugli affreschi del Parmigianino a
Fontanellato di Vittorio Sgarbi, Parma, Franco Maria Ricci 1983.