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Al lavoro anche di notte e nei festivi per realizzare l’auto

Notizia pubblicata il 26 marzo 2009



Categoria notizia : Sport


QUEL ‘Toro Rosso’, come marchio e come lemmi, sta diventando sempre più familiare a Faenza. Quel toro scalpitante e quella scritta ‘Toro Rosso’ è raffigurato su un numero sempre crescente di vetture e furgoni mentre tecnici e meccanici si muovono nelle loro tute blu con il logo rosso.

Insomma, la scuderia di Formula Uno con sede in via Spallanzani si sta sempre più radicando sul territorio faentino, sta diventando parte integrante del panorama locale. E contemporaneamente grazie alla Toro Rosso, ovvero alle sua auto e ai suoi piloti, Faenza sta viaggiando sui mezzi di informazione di tutto il mondo.
Sottolinea il presidente della Provincia Francesco Giangrandi, grande appassionato di Formula Uno: «Il futuro è delle aziende tecnologicamente molto avanzate e una scuderia di Formula Uno è un’azienda che sotto questo profilo è ai livelli più alti. A Faenza l’high tech è sempre più diffuso e l’augurio è che si sviluppi ulteriormente.

Dal punto di vista logistico, Faenza è in una ottima posizione. La ‘Toro Rosso’ non è l’unica scuderia presente; basti pensare al Team Gresini, lungo la Naviglio. Queste aziende si trovano bene dove il livello e la qualità dei servizi e della vita sono molto alti, come appunto a Faenza. Ne guadagnano indubbiamente il livello occupazionale e il prestigio delle professionalità cittadine. Basti pensare al faentino Massimo Rivola che da team manager della Toro Rosso è passato alla Ferrari. Auguri, ‘Toro Rosso’».

Nel quartier generale fra via Spallanzani e via Convertite non ci sono più i grandi Tir neri e rossi della scuderia: sono partiti da già da tempo alla volta di Melbourne, in vista della gara di esordio di domenica del Campionato del mondo, con il loro preziosissimo carico, in gran parte realizzato, per la prima volta, nell’azienda faentina.

Proprio per avviarsi su una strada della parziale autonomia creativa e meccanica, la Toro Rosso negli ultimi mesi si è ampliata occupando aree e capannoni adiacenti, anche su via Boaria. Per tutto l’inverno, nelle officine le luci sono rimaste accese fino alle ore piccole e tecnici e meccanici si sono trattenuti al lavoro anche nei giorni festivi per dare corpo alla ‘Str4’, il gioiellino con cui la scuderia faentina cercherà di bissare, anzi superare i risultati dello scorso anno allorchè la ‘Toro Rosso’ conquistò 39 punti nel mondiale costruttori.

«Miriamo a qualche punto in più — dice il capo squadra Franz Tost — e quest’anno partiamo avvantaggiati, con la nuova auto fin dalla prima gara».

L’azienda occupa 178 dipendenti e Tost si è lasciato sfuggire una previsione di aumento di organico, per il 2010, fino a giungere a 250 persone. Una prospettiva che di per sè sembra smentire l’affermazione attribuita al patron della Red Bull e per metà della Toro Rosso, l’austriaco Dietrich Mateschitz, che a febbraio ha detto: «La Toro Rosso è in vendita, se qualcuno è interessato, si faccia avanti».

La stragrande maggioranza dei lavoratori della scuderia è di Faenza; sono in gran parte giovanissimi, vanto degli istituti tecnici della zona. Non dimentichiamoci che a Faenza c’è tutta una tradizione, con il ‘Bucci’, per tecnici meccanici ed elettronici, ben conosciuto in tutta Europa per i suoi prototipi di ‘automobiline’ a bassissimo consumo. E non dimentichiamo la tradizione dovuta alla Minardi, la capostipite. E’ cresciuto alla scuderia di Giancarlo Minardi l’attuale capo ingegnere della Toro Rosso, il francese Laurent Mekies, che da anni vive a Faenza. Torniamo in via Sapallanzani.

Qui è stata realizzata quasi per intero l’auto per il 2009. Dice il Team manager Gianfranco Fantuzzi, già alla Minardi fra il 1998 e il 2001: «A Faenza realizziamo quattordicimila disegni di progettazione e quest’anno per la prima volta, abbiamo realizzato noi la scocca: prima veniva dalla Carbotec, in Austria. E’ stata la nostra più grande sfida tecnica e questo telaio ha assorbito completamente le nostre energie. Per questo abbiamo rivisto l’autoclave originale che era già qui prima che il nome Toro Rosso apparisse fuori dalla porta. E abbiamo dovuto integrare anche il personale con operatori molto qualificati in settori specifici come i laminati e i rivestimenti». Per questo la fabbrica è cresciuta con un edificio supplementare e con nuovo personale.

Aggiunge Giorgio Ascanelli, ferrarese, Direttore tecnico: «Prima la Red Bull Technology definiva le caratteristiche essenziali della nuova macchina, lunghezza, passo, distribuzione dei pesi. Ma ogni auto ruota attorno al motore e al pilota e poichè noi abbiamo un motore Ferrari, diverso da quello utilizzato dai cugini della Red Bull, allora abbiamo bisogno di un sistema di alimentazione diverso, di un serbatoio diverso. E questi li abbiamo progettati noi.

Poi ci siamo fatti autonomi anche per gli impianti dell’acqua e dell’olio motore e per l’aerodinamica interna. A Faenza abbiamo progettato anche una scatola del cambio del tutto diversa da quella della Red Bull».

foto by http://www.flickr.com/photos/robertrd/