Tomas Skuhravy, Il bomber in vacanza a Cesenatico
Notizia pubblicata il 07 settembre 2007
Categoria notizia : Sport
'Finalmente si inizia a puntare sui giovani'. «IL CALCIO DEL FUTURO è quello dei giovani, io oggi lavoro in questo settore, occorre tornare ad investire sui talenti ed in Italia ci sono presidenti di grandi squadre che si stanno impegnando in questa direzione».
Tomas Skuhravy 42 anni, bomber del Genoa negli anni novanta dove ha militato sei stagioni (164 gare, 59 reti), oggi segue il calcio da bordo campo, fa l'opinionista al fianco di Fulvio Collovati per Tele Nord e a Pegli, in provincia di Genova è socio di un grande ristorante ed è talent scout di talenti.
Si è concesso una lunga vacanza a Cesenatico in compagnia del tennista Tomas Smid, pure lui originario della Repubblica Ceca che a Cesenatico vive. L'ex attaccante del Genoa ha alloggiato all'Hotel Miramare di Andrea Battistini. Ha le idee chiare su quello che dovrebbe essere il calcio: «Oggi le maggiori difficoltà sono di natura economica in quanto le società ambiziose spendono milioni di euro per acquistare e mantenere i campioni, e nella maggior parte dei casi non incassano queste cifre dagli sponsor e al botteghino. Dobbiamo tornare ad investire sui giovani, in parecchie nazioni ci sono ragazzi da valorizzare. Il calcio più bello del mondo è quello italiano».
La sua è una dichiarazione d'amore al tricolore, ma che dire di Spagna, Inghilterra e Germania, dove i club hanno fatto razzia di grandi campioni, italiani inclusi?
«Non c'è paragone, in altre nazioni stanno spendendo dei patrimoni per avere grandi campioni, ma anche dei trentenni viziati e difficile da gestire. Non è la strada giusta. Il calcio migliore si gioca ancora in Italia e vi dirò di più, ci sono già presidenti di grandi club che stanno seguendo la mia linea, l'idea cioè di investire nei giovani per seguirli e formare i campioni del futuro ad un costo inferiore».
I tifosi la fermano ancora per strada, il ricordo dei gol e delle capriole è indelebile.
«Mi amano ed è un amore vero, ricambiato in tutto e per tutto. Ho avuto la fortuna di girare il mondo e non è un caso se ho scelto di vivere a Genova. Sono andato a vedere i rossoblù in C1, c'erano 20mila persone. Ho ancora i brividi addosso. Ho smesso di giocare presto, ho avuto lo stesso problema di Van Basten dopo un infortunio non mi è ricresciuta la cartilagine del ginocchio. Mi hanno operato nel '93 poi sono stato sotto i ferri altre due volte.
Ho provato a fare un'esperienza allo Sporting Lisbona ma il ginocchio continuava a farmi male. Ora mi interessano solo i giovani calciatori, nei paesi dell'Est ce ne sono di fortissimi che sognano l'Italia».