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Alla conquista del software libero

Notizia pubblicata il 12 giugno 2009



Categoria notizia : Eventi


OSA sono Open Office e FireFox? Perché è conveniente usare Linux oppure Ubuntu invece dei software prprietà di multinazionali? E soprattutto, cos’è un software?

Workshop, tavole rotonde e meeting per entrare più da vicino nel mondo della conoscenza dell’emisfero computer, animeranno per due giorni, oggi e domani dalle 9 alle 18, i dipartimenti di matematica e Scienze dell’Informazione dell’Università tra piazza di Porta San Donato 5 e via Mura di Anteo Zamboni 7.
VA INFATTI in scena la terza edizione della Conferenza del software libero che vuole fare incontrare gli sviluppatori di queste conoscenze, alternative a quelle di proprietà, con gli enti pubblici, le università, gli enti di ricerca, gli sviluppatori, i ricercatori ma anche i cittadini e gli appassionati con cui avviare collaborazioni e progetti.
Come ha dichiarato il coordinatore del comitato organizzatore Renzo Davoli, professore associato di Informatica al dipartimento di Scienze dell’informazione e direttore del master in Scienze e tecnologie del software libero, «l’obiettivo è quello di allargare la platea dei sostenitori del software libero per creare le condizioni per una crescita ulteriore del movimento e un consolidamento della presenza del software libero all’interno degli enti pubblici e delle aziende».
Davoli, che ha recentemente lanciato una petizione su liberasw.org in cui chiede in Italia la scissione delle licenze per hardware e software nella vendita del computer (ognuno potrebbe così scegliere se acquistare entrambi o solo il computer su cui poi installare il programma favorito), ritiene che imparare a capire cosa sia questa conoscenza libera voglia dire «voler essere parte del gioco, capire che si può essere coinvolti nello sviluppo di un software».

E si definisce “hacker”, ovvero «qualcuno che vuole conoscere le cose e non vuole aver limiti nel farlo. Come facevano un tempo i ragazzini quando smontavano il motorino». E lui vorrebbe riportare i giovani a sperimentare. Come fanno quelli del suo corso «che insieme ai professori smanettano». E spiega: «Il software è la conoscenza, quello che ci spiega come funzionano le cose e se lo condividiamo non è che lo perdiamo. Un software non è molto lontano da una ricetta o uno spartito musicale insomma. Non è una cosa complicata come molti pensano e anzi, a differenza di quelli proprietari che non ci spiegano come son fatti, di questi si può controllare tutto. Sono come medicine assunte col bugiardino a differenza di una medicina che prendi senza sapere cosa fa. La prendereste?».

IL SOFTWARE libero, che a livello privato non ha costo ma che, se usato da aziende o enti pubblici, viene naturalmente dato in licenza con costi molto convenienti, ma affidato per la manutenzione a ditte del territorio con competenze locali, chiarisce Davoli, lentamente ma incessantemente sta arrivando anche presso le nostre istituzioni. «In Comune già si sta attuando il cambiamento ma per farlo vogliamo far comprendere bene agli impiegati perché si cambia, con corsi di preparazione e in maniera assolutamente soft».

foto by http://www.flickr.com/photos/nano/