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Da oggi domenica al Lumiere a Bologna. Visioni dal Sud del mondo.

Notizia pubblicata il 10 ottobre 2008



Categoria notizia : Eventi


SONO STORIE che arrivano da tutti gli angoli del mondo. O meglio, da tutti gli angoli del sud del mondo. Dall'Africa, dall'America latina, dall'Asia, dal Medio Oriente.

A raccontarle é l'occhio implacabile della telecamera che registra la realtà  di luoghi e situazioni di cui a noi (italiani-europei-occidentali, anestetizzati dalla malefica illusione di un benessere sempre più traballante) non arriva neanche la più lontana percezione. E' la storia, ad esempio, della comunità  indigena Pà pago che abita il deserto messicano dove sta per essere realizzata una discarica per rifiuti tossici (“La discarica tossica” di Nicolas Defossè).

O la storia di Ra, una venticinquenne del Mali che si guadagna da vivere riparando generatori di energia elettrica e come, molte altre giovani donne, é impegnata in prima persona nello sviluppo economico e sociale del suo paese (“Ra, la rèparatrice” di Mamadou Cisse). E', ancora, la storia di Sini e Roy, una giovane coppia indiana immigrata a Bologna, raccontata nella loro quotidianità  (“Sini e Roy, una storia d'amore tra Bologna e l'India” di Claudine Tissier e Fabio Campo). Questo é il “Terra di tutti film festival”, la rassegna di documentari dal e sul Sud del mondo che quest'anno arriva alla seconda edizione e traghetta, dopo il successo dell'anno scorso, dalla sala Cervi della Cineteca al Cinema Lumiére di via Azzo Gardino (ingresso gratuito). A partire da oggi (ore 16) fino a domenica saranno proiettati complessivamente 33 documentari, per lo più inediti e destinati a rimanere esclusi dai circuiti tradizionali di distribuzione.

«IL FESTIVAL é una diretta conseguenza della nostra attività  â€” spiega Jonathan Ferramola di Cospe Bologna, ideatrice del progetto insieme a Gvc, due Ong attive nella cooperazione internazionale in oltre 40 paesi —. Negli anni, in giro per il mondo, abbiamo incontrato tantissime persone, molti videomaker, registi, attori. Il festival rappresenta una specie di summa di questi incontri. Se da un lato si presta a dare visibilità  alle nuove produzioni documentariste che difficilmente troverebbero una vetrina internazionale e delle opportunità  di distribuzione; dall'altro offre lo spunto per parlare di cooperazione internazionale. Un settore a cui si rivolgono in misura progressivamente inferiore le attenzioni delle istituzioni. Mi riferisco ai progressivi tagli perpetrati dal ministero culminati nell'ultimo (-70% delle risorse) previsto dalla finanziaria 2009 che potrebbe portare allo stop di oltre la metà  dei progetti in essere e al rischio chiusura per parecchie organizzazioni (attualmente, in tutta Italia, ce ne sono circa 200). I film in programma (per dettaglio calendario: www.terradituttifilmfestival.org) saranno giudicati da una giuria apposita che individuerà  al termine delle tre giornate, tre vincitori. Presidente di giuria, Tamà s Gà beli, direttore del Busho, Budapest short film festival, che porterà  al Lumiére, fuori concorso, una selezione dei corti migliori. «Grazie alla collaborazione con il Tpo– continua Stefania Piccinini di Gvc –, sarà  ospitata nei locali di via Casarini una sezione di eventi dedicati alla Palestina (proiezioni, un concerto della band palestinese Ramallah Underground e una mostra fotografica».

foto by http://www.flickr.com/photos/fotografiadocumental