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Finiti i restauri della scala interna dell’ex convento di Santa Chiara

Notizia pubblicata il 14 agosto 2009



Categoria notizia : Fatti Curiosi


URBINO ritrova la terza rampa di Francesco di Giorgio Martini, la meno rimaneggiata o alterata da interventi postumi, ma ancora con qualche segreto da svelare: sono terminati i lavori di restauro della scala interna elicoidale dell’ex convento di Santa Chiara

Ieri mattina, Giorgio Londei presidente dell’Isia e l’architetto Gianluca Gostoli, che ha diretto i lavori, hanno spiegato l’entità dell’intervento costato circa 90mila euro e reso possibile grazie ad un finanziamento del ministero per Istruzione.

La rampa, che rende possibile il collegamento tra i 4 piani del monastero, dal giardino fino al sottotetto, copre un dislivello di 22 metri, per un percorso di 125 metri ed una pendenza del 20 per cento.

A differenza delle altre due rampe dell’architetto chiamato dal Duca Federico, vale a dire quella da Borgo Mercatale a Corso Garibaldi e quella interna al Palazzo Ducale che parte dai sotterranei, la struttura dell’Isia «colloquia con il paesaggio – sono state le parole di Londei – e tutte le vedute sull’esterno sono state ripristinate».

Il paesaggio, in effetti, è da vedere (cosa che sarà possibile per gli urbinati molto presto, quando si riuscirà ad organizzare una domenica di visita al convento): salendo nella parte più alta si arriva a scorgere tutta la vallata da Mausoleo dei Duchi verso Pesaro, ma anche i tetti della città. Nella parte bassa della rampa, invece, si dovrà proseguire con i lavori perché non si è ancora trovato un pozzo per l’acqua, ritratto invece in alcune fotografie degli anni ’80, scovate appena qualche giorno fa e che testimoniano anche il crollo della volta della copertura, poi restaurato dal professor Walter Fontana.

«Questa è il primo ascensore della storia — ha detto Londei —: in un documento ritrovato a Firenze, si legge che Francesco di Giorgio, chiamato dal Duca Federico, ha rifatto tutta la parte inferiore del convento, ha aggiunto le due arcate, lo spulciato e costruito la rampa elicoidale, un’opera che adesso ritroviamo senza grandi manomissioni e che diventa fruibile dagli studenti dell’Isia e visitabile dai cittadini». La ditta Icor Dorica ha eseguito i lavori: «I danni alla rampa sono avvenuti perché quando il convento era ospedale civile, fino al 1974, il riscaldamento a carbone e a gasolio era stato messo proprio nel vano della scala, oltre a tutti gli impianti tecnologici — ha aggiunto Gostoli —. La rampa è stata usata anche come deposito, aveva subito il crollo della volta: siamo dovuti intervenire per eliminare la patina nera dovuta all’impianto di riscaldamento con micro sabbiature, sostituire i mattoni degli scalini rotti o mancanti, rifare gli intonaci, riaprire tutte le uscite nel pozzo della rampa e sostituire gli infissi».

A settembre, ci saranno altre novità perché partiranno i lavori finanziati con ulteriori 2 milioni di euro per il recupero finale.

foto by http://www.flickr.com/photos/gengish/