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'I miei anni tutti da ridere'. Teo Teocoli da domani a Bologna

Notizia pubblicata il 19 novembre 2008



Categoria notizia : Spettacoli


CI SONO vite che meritano di essere raccontate, in ogni piega, perché fanno ridere anche quando gli occhi luccicano di commozione. La vita di Teo Teocoli (nella foto) riempirebbe un’enciclopedia intera e ci sarebbero ancora storie da raccontare, serate e giornate tutte da rivedere.

Sono cinque anni che il comico milanese calca i palcoscenici di tutta Italia, semplicemente raccontando se stesso, i suoi anni e sono 40 quelli vissuti facendo spettacolo. Il quarto “one man show” della serie è in programma al Teatro delle Celebrazioni di Bologna da domani a sabato e l’attesa è già alle stelle. Lui, Teocoli, parla di uno spettacolo molto naturale e molto semplice perchè, dice: «sono un autodidatta, non leggo e non scrivo. Che cosa potrei raccontare se non la mia vita in scena, i miei 40 intensamente di spettacolo vissuti?». Si intitola Dal derby al nuovo e parte dal Derby appunto, lo storico locale milanese, per arrivare all’oggi di Teo che è tornato al Derby ma come direttore artistico.

Che cosa è cambiato in questi anni?
«Il Derby degli anni ‘60 era il locale per eccellenza, il posto dove hanno cominciato praticamente tutti i comici di ieri e di oggi. Il proprietario era un certo Bongiovanni di Bologna, un pazzo praticamente che ci costringeva a lavorare solo al Derby, in un mondo chiuso che non poteva avere contatti con l’esterno». Ricorda Teocoli e ripensa a Iannacci, a Paolo Villaggio, Giovanni e Giacomo che ancora non avevano incontrato Aldo, a Paolo Rossi: «Si lavorava fino a notte fonda, la competizione tra noi era estrema. Il proprietario ci lasciava la serata e stava a noi decidere chi doveva esibirsi prima e chi dopo. Ogni volta era una battaglia all’ultimo sangue e sopravvivevi solo se avevi talento davvero».

E oggi, cosa vuole farne del Derby?
«In realtà oggi abbiamo qualche problemino, prima della prossima primavera non se ne farà nulla perchè si sono accorti che la moquette non è ignifuga. E pensare che sono anni che quel locale funziona con la stessa moquette. Ripartiremo col cabaret, quello di una volta, cercando di far rivivere un’epoca irripetibile».

Si trova benissimo a teatro Teocoli, fa ridere tanto quando si racconta con sincerità, a ruota libera. Questo significa che in televisione non si diverte più?
«Non mi riconosco in questo tipo di televisione che crea fenomeni da bruciare in fretta. La gente ne esce distrutta, dopo qualche mese di successo sfrenato e finendo presto nel dimenticatoio. Ho chiuso con la televisione, ci torno per piccoli progetti che mi somigliano, farò una serata monografica con Fabio Fazio e basta. Faccio 80 serate a teatro ogni anno, con un gruppo che funziona e con cui non ho ancora litigato, nonostante il mio pessimo carattere».

Che cos’è che non le piace, dei comici televisivi di oggi?
«Non sopporto più le imitazioni che si fanno, ormai si imita tutto e tutti senza anima, senza conoscere veramente il carattere dei personaggi imitati. Così non rido mai, non mi fanno ridere le imitazioni perfette ma fatte senza cuore».

Questo nuovo show è anche un addio ai suoi personaggi storici?
«Qualcuno ha fatto il suo tempo ed è ora di voltare pagina. Altri restano immortali e fanno ridere sempre».