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Teatri di Vita, una stagione di Parole in Emergenza”

Notizia pubblicata il 30 gennaio 2009



Categoria notizia : Spettacoli


UNO SLOGAN FORTE per il cartellone 2009 dei Teatri di Vita: “Parole in Emergenza”. Con un teatro che parla di lavoro precario, globalizzazione, diversità, maternità, silenzi e rancori familiari, l’incessante fluire del tempo e delle cose.

Un inizio (stasera e domani alle 21,15) affidato allo spettacolo “Underwork” di Babilonia Teatri , compagnia veneta che tratta temi forti e ci fa calare “nel magma melmoso della società italiana odierna” parlandoci con un rap poetico attraverso un’opera realizzata con il contributo della Regione Veneto e un finale dal 16 al 29 aprile, che celebra, con una trilogia dedicata a Beckett, i vent’anni di lavoro di Andrea Adriatico che da poco ha iniziato le lavorazione del prossimo film, con la produzione Cinemare.

Un documentario per fare il punto sullo stato delle cose a proposito della più tremenda pandemia del pianeta dell’era contemporanea: l’Aids. Un viaggio nella storia, nella ricerca, nella cura e nelle politiche di prevenzione della malattia seguendo lo spirito e la mutazione sociale che il virus ha determinato consapevolmente o meno in chi vive questi anni di inquietudine.

“PAROLE in emergenza” è un programma di sette spettacoli dalla natura sanguigna, il messaggio forte e diretto, con compagnie impegnate in riflessioni preziose. Come per lo spettacolo “Quel che si chiama vita” (10-13 marzo) diretto e interpretato da Francesca Ballico e con la drammaturgia di Stefano Casi, liberamente ispirato a “Lettera a un bambino mai nato” di Oriana Fallaci. «Uno spettacolo che avrei censurato – commenta l’assessore Angelo Guglielmi, riferendosi al libro che non ama particolarmente — perché si tratta di un romanzo dalla sfrenata ambizione». Ma è solo il punto di partenza per Francesca Ballico per ragionare “sul corpo che parla”. «Durante la gravidanza — spiega l’autrice-attrice — c’è una confusione tra i corpi e questo crea un groviglio. Un groppo che a volte non si scioglie neppure dopo il parto, a volte si prolunga per tutta la vita».
FAST FOOD e consumismo sono invece al centro di “La storia di Ronaldo. Il pagliaccio del McDonald’s” di Fattore K dal testo di Rodrigo Garcia e la regia di Giorgio Barberio Corsetti in scena il 13 e 14 febbraio. Questo Ronaldo che esce fuori dalla penna-bisturi di Garcia è un giovane lavoratore della catena americana che racconta episodi della propria vita tra patatine e panini. E la regìa di Barberio Corsetti, con continui stimoli visivi, olfattivi, “attacca violentemente lo spettatore”. Beckett, oltre che dello spettacolo di Adriatico, è anche al centro della produzione di Teatropersona che il 27 e 28 febbraio presenta “Beckett Box”.

foto by http://flickr.com/photos/countz/