Taylor Braxton, il free jazz cala i suoi assi
Notizia pubblicata il 09 ottobre 2007
Categoria notizia : Eventi
ACCADRA' una sola volta e accadrà a Bologna: la data é venerdì per il concerto di Cecil Taylor ed Anthony Braxton, i due maestri del free jazz che per la prima e unica volta – come hanno dichiarato – si esibiranno in duo.
E accadrà per il quarto anno di "Concerti contemporanei", il progetto coordinato da Angelica Festival (coprodotto con l'assessorato alla cultura della Regione, Teatro Comunale di Bologna, Teatro Comunale di Modena, I Teatri di Reggio Emilia), che negli anni ha puntato la propria attenzione su Karlheinz Stockhausen, Heiner Goebbels, Ornette Coleman
. E come a completare il discorso inaugurato lo scorso anno con Ornette Coleman (protagonista di tre serate consecutive tutte esaurite) quest'anno l'eroe di "Concerti contemporanei" sarà l'altro padre storico del free jazz, Cecil Taylor.
Un tour de force attende in Emilia Romagna il settantottenne pianista e performer afroamericano, a partire da domani, quando incontrerà il pubblico al Comunale di Bologna: alle ore 17, nel foyer Rossini, un dibattito presieduto da Giordano Montecchi aprirà la discussione s ull'arte e sulla figura di Cecil Taylor; al tavolo alcuni tra i maggiori critici jazzistici del panorama italiano: Franco Fayenz, Marcello Lorrai, Francesco Martinelli, Franco Minganti, Giorgio Rimondi.
A seguire, l'entrata in scena di Cecil Taylor, che in quest'occasione leggerà alcune sue composizioni poetiche: forse offuscata dalla sua arte pianistica che ha segnato profondamente lo sviluppo del linguaggio musicale nel Novecento, l'attività poetica di Taylor ha in realtà un valore fondamentale nella sua visione globale dell'azione performativa.
La lettura poetica diviene quindi il momento complementare, e non secondario, della prova pianistica: l'importanza dell'espressione vocale e corporea nella cultura afroamericana da un lato, e il training come ballerino dall'altro sono gli elementi che costituiscono la forza dei reading di Taylor.
SEMPRE DOMANI sera, un tuffo nel passato: alle ore 22.30, al cinema Lumiére della Cineteca, una doppia proiezione dedicata a Cecil Taylor. Apre la serata un estratto da "Imagine the Sound", documentario del 1981 di Ron Mann; a seguire "Les grandes rèpètitions: Cecil Taylor a Paris", documentario del 1966 firmato dal compositore Luc Ferrari e da Gèrard Patris, che raccolsero interviste e prove durante un tour parigino in uno dei momenti più felici della carriera del pianista.
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Giovedì al Teatro Comunale di Modena (ore 21), il primo concerto di Cecil Taylor in duo con un partner di lunga data come il percussionista inglese Tony Oxley, tra i maggiori esponenti della corrente europea dell'improvvisazione radicale.
Venerdì l'evento al Teatro Comunale di Bologna (ore 21), con la prima assoluta del duo Cecil Taylor – Anthony Braxton. Era il 1969 quando un ventiquattrenne sassofonista di Chicago pubblicava il secondo disco a proprio nome: Anthony Braxton stupì il mondo del jazz con quel doppio album per solo sassofono contralto – "For Alto", appunto, uscito per la gloriosa etichetta Delmark – in cui metteva in campo tutta la poliedricità del suo stile, del suo linguaggio, dei suoi riferimenti, resi espliciti, quest'ultimi, dai titoli dei singoli brani. Tra questi c'era "T
o Pianist Cecil Taylor".
Sedici anni separano Cecil Taylor ed Anthony Braxton: il primo é nato nel 1929, il secondo nel 1945.
Quando Braxton incise "To Pianist Cecil Taylor", il pianista era ormai consacrato tra i maestri del free jazz (già nel 1963, in "Blues People", Leroy Jones-Amiri Baraka lo poneva nell'ideale triade composta da Ornette Coleman, John Coltrane e, appunto, Cecil Taylor), mentre il sassofonista era tra i migliori esponenti di quella che si proponeva come "seconda generazione free" (anche se il confronto non può essere ridotto a questioni generazionali senza ricordare le diversità di "scuola", discorso che vale in particolare per Braxton, cresciuto in seno all'Association for the Advancement of Creative Musicians di Chicago).
RESTA il fatto che l'incontro (mai avvenuto) tra i due ha fino ad oggi dato vita alle più diverse ipotesi tra i critici e i musicologi di jazz: un incontro che chiama in causa due tra le più spiccate individualità della storia del jazz, che ne hanno rinnovato il linguaggio agendo sul rapporto tra scrittura e improvvisazione, sulla tecnica solistica e su quella d'ensemble, sulle consuetudini performative; un incontro che unisce due estetiche, seppur segnate da profonde diversità , legate al radicalismo del free jazz; un incontro che, finalmente, si realizza.
Il gran finale di "Concerti contemporanei" intitolato "Cecil Taylor – Movimento Costruzione" sarà invece sabato (ore 21) al Teatro Valli di Reggio Emilia, dove Taylor sfoggerà in prima italiana un quartetto con Tony Oxley alla batteria, William Parker – contrabbassista, bandleader di riferimento che ha lungamente collaborato ai progetti di Cecil Taylor e con il quale torna a lavorare dopo molti anni – ed Anthony Braxton alle ance.