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Gli artigiani 'temono' la tassa sulla piadina. «Questo nuovo canone é incomprensibile»

Notizia pubblicata il 01 marzo 2008



Categoria notizia : Cultura


IL COMUNE applicherà  la tassa sulla piadina romagnola? E' quanto paventano le associazioni artigiane, seppur con ironia, nelle osservazioni al bilancio di previsione.

Cna e Confartigianato hanno diffuso una nota nella quale criticano alcuni aspetti del bilancio, fra i quali l'applicazione del canone di concessione non ricognitorio per i soli chioschi di piadina, che in alcuni casi porterà  a raddoppiare quanto già  pagano con la tassa di occupazione del suolo pubblico.

Il Comune - si legge nella nota - é l'unico del litorale romagnolo, forse il più solerte di altri sulle innovazioni, ad applicare una nuova tassa, la ' tassa sulla piadina romagnola', per altro ininfluente ai fini di un eventuale riequilibrio di bilancio per la quale sono previste maggiori entrate per circa ventimila euro. Non comprendiamo le motivazioni che hanno portato a questa scelta,che contraddice la dichiarata linea di equità  contributiva promossa dal Comune mentre ne condividiamo gli impegni come quello relativo al recupero di evasione dell' Ici». Le due associazioni esprimono poi la preoccupazione che lo stesso canone venga esteso in futuro a tutti gli altri esercizi che occupano il suolo pubblico, dai ristoranti alle gelaterie.

UN ALTRO punto non condiviso é la decisione di « spostare costi della gestione ordinaria del Comune alla tariffa del servizio idrico per gli anni 2005, 2006, 2007». Il che significa che nel 2008 un'impresa, per effetto di quegli aumenti retroattivi, si vedrà  addebitare conguagli sul costo dell'acqua del 5,5 per cento annui in più, cui andrà  aggiunto l'aumento programmato del 3,5. Sul tema degli oneri di urbanizzazione gli artigiani sono contrari ad aumenti per tutti gli immobili ad uso produttivo anche se non viene colta la possibilità  di realizzarli con le tecniche della bio-edilizia.

«Siamo consapevoli delle difficoltà  - recita la nota - in cui si trovano gli enti locali e della loro necessità  di coniugare il rispetto dei 'patti di stabilità ' col mantenimento del livello attuale di welfare; per questi motivi le associazioni dell' artigianato hanno più volte invitato i Comuni a non intervenire più solo sulla leva fiscale locale e delle tariffe ma a mettere in campo atti di programmazione che incentivino il contenimento dei costi, la riqualificazione della spesa, liberando risorse utili agli investimenti ed alla promozione, che sono un reale e tangibile sostegno alle imprese e, conseguentemente, alla economia della nostra realtà Â».

(foto by http://www.flickr.com/photos/amunivers/)