La carne inquina. Tassiamola
Notizia pubblicata il 17 settembre 2007
Categoria notizia : Fatti Curiosi
UNA TASSA sulla carne. Così come vi sono tasse per disincentivare l'uso delle auto in città e su ciò che produce inquinamento, allo stesso modo dovrà essere istituita anche una tassa sulla carne.
Lo afferma Jeremy Rifkin, economista, filosofo, ambientalista di fama planetaria e atteso relatore nell'ultima giornata del FestivalFilosofia di Modena, Carpi e Sassuolo.
Se la prima causa del surriscaldamento è la produzione di energia elettrica, la seconda causa di inquinamento è proprio la produzione zootecnica, ossia l'allevamento di animali da macello.
Solo al terzo posto troviamo l'inquinamento dovuto ai trasporti. In altre parole inquina meno la nostra macchina della fettina all'olio o del prosciutto mangiato a pranzo.
Rifkin riferisce infatti che una famiglia di quattro persone che mangia regolarmente carne produce più anidride carbonica di un'auto a benzina.
"NESSUNO ne parla - dice Rifkin - ed è una vergogna. In questo campo c'è un'enorme sottovalutazione.
Soprattutto tra i politici si evita l'argomento perché impopolare.
La zootecnia è un business gigantesco: il 30 per cento delle terre lavorate è occupata da animali da allevamento, un terzo di quelle coltivate produce cibo per questi animali, per non parlare dell'industria collegata al consumo di carne.
Ma pur con fasi di transizione, riconversione, sussidi per gli allevatori, bisogna ridurre il consumo di carne se vogliamo seriamente pensare di salvare il pianeta".
Dovremmo diventare tutti vegetariani?
"Non ne varrebbe la pena per continuare a esistere? Per far sì che possano vivere i nostri figli e i nostri nipoti? Trent'anni anni fa a New York nessuno avrebbe mai pensato che si sarebbe arrivati a proibire il fumo nei locali pubblici e invece è successo.
Allora sembrava 'ridicola' una simile ipotesi. Oggi si affronta con la stessa superficialità il problema degli animali che producono enormi quantità di CO2, e invece il problema non può più essere eluso.
Comunque non bisogna diventare tutti vegetariani, sarebbe sufficiente adottare una dieta che prevede minori quantità di proteine animali".
Ma la situazione è davvero così grave?
"Di più: l'umanità è sull'orlo di una catastrofe. Serve una drastica ristrutturazione delle coscienze per uscirne. Se guardiamo alle previsioni sull'innalzarsi delle temperature fatte negli anni Novanta vediamo che esse erano davvero ottimistiche. Quello che doveva capitare nel XXII secolo sta già succedendo.
La verità è che nell'arco di una sola generazione, se non cambiamo il nostro modo di agire, ci troveremo di fronte a modificazioni del clima che porteranno alla scomparsa di un terzo delle specie viventi tra cui potrebbe esserci anche l'uomo".
L'Unione Europea ha accolto il suo piano per produrre entro il 2020 il venti per cento di energia da fonti alternative. Ci riusciremo?
"Servono la volontà politica, che è stata manifestata, e denaro: 780 miliardi di euro. In modo molto semplificato ecco come dovrebbe essere prodotta l'energia: ogni cittadino, attraverso una tecnologia ormai sperimentata ed efficace, è in grado di produrre l'energia che gli è necessaria sfruttando le fonti a disposizione di tutti come il sole, il vento, i rifiuti.
Questa energia, oltre a essere usata nell'immediato, può anche essere immagazzinata trasformandola in idrogeno.
Attraverso una rete come quella dei computer, di internet, l'energia può essere scambiata tra utenti, può circolare, proprio come accade per le informazioni.
E' chiaro che servono investimenti. In questo modo però l'Europa diverrà leader nella produzione di energie pulite creando oltretutto migliaia di nuovi posti di lavoro e dunque l'investimento diverrà irrisorio in confronto al guadagno che ne verrà, in termini ambientali ma anche in termini strettamente economici".
foto by gianola