Le offerte più convenienti
Prenota gratis
Nessuna commissione

Sì alle tabelle anti-alcol Questura: niente sconti a chi non le espone

Notizia pubblicata il 24 settembre 2008



Categoria notizia : Fatti Curiosi


NEL DUBBIO, «meglio non rischiare. Non si sa mai». Ecco perchè, nonostante le polemiche e le critiche al provvedimento, molti dei 1100 locali del Riminese 'targati' Fipe-Confcommercio (pure quelli teoricamente non obbligati) già  da ieri hanno provveduto a esporre le tanto criticate tabelle imposte dal ministero del Salute, che forniscono le informazioni sugli effetti di alcolici e superalcolici.

Anche perchè, annunciano le forze dell'ordine, sarà  Â«tolleranza zero» verso i locali inadempienti. La Questura sarà  severa nei controlli: per chi non esporrà  le tabelle, scatterà  la sanzione. Ovvero la chiusura del locale tra 7 e 30 giorni. Mentre l'assessore alla Polizia municipale di Rimini, Roberto Biagini, tira il freno: «Prima dei controlli, dovremo coordinarci con la Prefettura per capire quali sono i locali interessati».

«IL DECRETO ministeriale parla chiaro - osserva il presidente della Fipe-Confcommercio di Rimini, Gaetano Callà  - L' obbligo di esporre le tre tabelle informative riguarda solo ed esclusivamente i locali che fanno intrattenimento. Quelli, per capirci meglio, che hanno dall'ottobre scorso l'obbligo di non servire alcolici dopo le 2 di notte. Ma noi abbiamo consigliato a tutti i nostri associati, per stare sul sicuro, di esporle all'interno dei propri locali. Ne abbiamo preparate oltre un migliaio». Nei pubblici esercizi associati a Cna (che riunisce circa 200 gestori) le tabelle sono state esposte invece già  qualche giorno fa. E senza alcuna polemica. Anzi: «Il provvedimento, di per sè, é giusto - sottolinea Lorenzo Gabuzzi, titolare di Rockisland e Caravaggio, presidente dei pubblici esercizi di Cna - Francamente non ho capito le polemiche di questi giorni da parte di altre categorie e gestori. Le tabelle servono solo a ricordare che bere in maniera sconsiderata fa male». Detto questo, secondo Gabuzzi, «é giusto fare prevenzione, ma é assolutamente sbagliato chiedere a noi esercenti di fare anche gli educatori. Il nostro mestiere é un altro...».

SU QUESTO tutte d'accordo le categorie: non é punendo i locali (perchè magari non hanno esposto le tabelle) che si fa la guerra alle stragi del sabato sera. «Sono mesi che attendiamo che venga modificata la l egge che vieta di dare gli alcolici dopo le 2 di notte. Nonostante le promesse fatte dal governo in estate, ancora non si é mosso nulla». Per gli operatori, insomma, si usano due pesi e due misure. «Sui pacchetti di sigarette - ricorda Gabuzzi - c'é scritto Il fumo uccide, ma non per questo si vieta in Italia la vendita delle sigarette. Ai locali invece questa possibilità  é stata tolta».

Eppure, sottolineano ancora le associazioni di categoria, «l'impegno alla prevenzione in questi anni non é mancato. Con gli etilometri nei locali, le esperienze di Guido con prudenza, le navette... Noi la nostra parte la stiamo facendo, da tempo».

foto by http://www.flickr.com/photos/yewenyi