Goldin ci ha dato una lezione

Goldin dobbiamo solo ringraziarlo invece di criticarlo. Il ‘mago’ di Treviso non nasconde le sue tattiche, le sue stregie sono vincenti in città dove l’Arte e Cultura non sono mai state valorizzate, ma poi anche una città vergine dal punto di vista culturale necessità qualità, altrimenti le iniziative fanno ‘flop’.

C’è chi pensa che “via un Goldin se ne fa un altro”, ma il concetto di arte viene sottovalutato e rimpicciolito in uno slogan d’effetto che attira visitatori alle prime armi che non conoscono bene neanche la propria città. Il binomio cultura/turismo è un concetto nuovo per Rimini, Goldin ha insegnato che non bastano buone iniziative, ma è necessaria un comunicazione d’effetto, un’organizzazione impeccabile e la disponibilità di investire nell’arte senza riserve.

A Rimini, il principale finanziatore è la Fondazione che sta vivendo un momento molto critico, l’amministrazione ha le casse vuote ed è a tre mesi dalla fine del mandato e anche chi l’arte la mastica poco, inizia a valutare la vera qualità delle mostre. Un candidato a Palazzo Garampi, analizzando questi fattori ha dichiarato: “E’ ora di voltar pagina”, ma in realtà lo slogan giusto è “E’ ora di cambiar libro”. I problemi da risolvere alla radice partono dalla classe dirigente che non è stata in grado di provvedere un futuro sereno alle sue banche. La parola chiave è ‘qualità’ che implica il concetto di coerenza, competenza ed originalità. I punti di eccellenza non mancano, come ad esempio per il Risarcimento, miti, fantasia e la grande ospitalità che caratterizza il nostro popolo. Il Meeting e Pio Manzù non bastano, servono nuove fonti culturali per calamitare visitatori in una città che si definisce moderna.

Goldin ci ha insegnato che la cultura può essere fonte di turismo, ora dobbiamo sapere investire cambiando strategie, esaltando il nostro territorio.