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Forlì. Luciano Foglietta e Davide Argnani. Uniti da un pezzo di filo spinato

Notizia pubblicata il 08 giugno 2009



Categoria notizia : Cultura


HANNO TROVATO un filo comune che unisce storie apparentemente diverse, ma che trovano nella tragedia del secondo conflitto mondiale, il filo rosso che le unisce. Gli autori sono Luciano Foglietta e Davide Argnani che con ‘Storie di filo spinato.

Testimonianze e memorie’ (Il Ponte Vecchio, 2009) hanno messo al centro della narrazione la vita nel lager Stalag IV B di Muelberg in Germania dove il ventiduenne soldato Foglietta, trascorse due anni di dura prigionia come internato di guerra e le vicende di una famiglia contadina patriarcale di S. Maria Nuova, quella di Argnani, alle prese con il passaggio del fronte e la ritirata dei tedeschi verso nord viste con gli occhi di un bambino di cinque anni.

SIA FOGLIETTA che Argnani sono personaggi molto conosciuti negli ambienti culturali ed artistici della Romagna. Il primo, cantore della Romagna toscana, giornalista di lungo corso e scrittore di romanzi, il secondo poeta, animatore culturale, tra i fondatori della rivista di poesia ‘L’Ortica’ e collaboratore di ‘Confini’. Legati da profonda amicizia, hanno voluto suonare un pezzo comune a quattro mani come due pianisti.

Foglietta non solo in ‘Stalag IV B’ (romanzo ormai introvabile) ma in molti altri racconti ha sempre voluto sottolineare il ruolo importante e, a lungo dimenticato nelle celebrazioni ufficiali, dei militari italiani presi prigionieri dai tedeschi dopo l’8 settembre e che si rifiutarono di aderire alla Repubblica di Salò.

UNA MASSA enorme di uomini che, in caso contrario, avrebbero dato filo da torcere agli Alleati. Davide Argnani è quel bambino di cinque anni che ricostruisce con ironia, stupore e dolore il passaggio del fronte con le distruzioni della grande casa di famiglia, la morte della nonna e poi il ritorno del padre anche lui ‘ospite’ di un lager nazista, lo Stalag VI G nei pressi di Bonn e che lo vedrà poi morire dopo un faticoso ritorno e una lunga malattia contratta nel campo di prigionia.

Dal racconto di quei giorni, al recupero della memoria con i pochi documenti riportati dal padre e le poesie che fanno da collante, Argnani riesce con leggerezza e bravura a chiudere il cerchio dei due protagonisti, di due soldati accomunati dalle vicende della prigionia e che il destino farà incontrare idealmente solo 64 anni dopo la fine della guerra.
foto by http://waww.flickr.com/photos/