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Musica, storielle, citazioni colte Benvenuti al cabaret yiddish

Notizia pubblicata il 22 gennaio 2009



Categoria notizia : Spettacoli


STASERA alle 21, nella Sala Grande dell’Arena del Sole, va in scena (replica fino a domenica) Oylem Goylem di e con Moni Ovadia e con la Moni Ovadia Stage Orchestra: Maurizio Dehò (violino), Luca Garlaschelli (contrabbasso), Emilio Vallorani (flauto), Massimo Marcer (tromba), Paolo Rocca (clarinetto), Albert Mihai (fisarmonica), Marian Serban (cymbalon). Direzione musicale di Emilio Vallorani. Arriva, dunque, sul palco dell’Arena del Sole di Bologna lo spettacolo cult di Moni Ovadia, “Oylem Goylem“, che dal suo debutto nel 1991 non ha mai smesso di divertire e far riflettere, con quel suo dirompente umorismo tipico del popolo e della cultura ebraici.

SPETTACOLO che ha fatto conoscere Moni Ovadia al grande pubblico, l’allestimento è un cabaret umoristico rituale infarcito della lingua, della musica e della cultura yiddish, quell’inafferrabile miscuglio di tedesco, ebraico, polacco, russo, ucraino e rumeno che rappresenta lo specchio più fedele della condizione universale dell’ebreo errante, il suo essere senza patria sempre e comunque.

Una rappresentazione basata sul ritmo, sull’autoironia, sull’alternanza continua di toni e registri linguistici, una grande carrellata di umorismo e chiacchiere, battute fulminanti e citazioni dotte, scherzi, e una musica che fa incontrare il canto liturgico con le sonorità zingare. Uno spettacolo che «sa di steppa e retrobotteghe, di strade e sinagoghe». Tutto questo è ciò che Moni Ovadia chiama il «suono dell’esilio, la musica della dispersione», in una parola della diaspora. «Oylem Goylem — spiega Moni Ovadia — racconta di un popolo intero che ha saputo vivere tra cielo e terra, di un popolo senza patria, senza confini, senza burocrazia, senza esercito, senza coltelli in tasca, eppure popolo.

Un popolo che ha saputo vivere l’orrore senza perdere mai la santificazione della vita, che la vita l’ha santificata anche con un dirompente umorismo. Un umorismo che cercava di essere una risposta disarmata e sublime alla brutalità».

LA MONI OVADIA Stage Orchestra si rifà alla tradizione della musica klezmer nell’incrocio di stili, nell’alternanza continua dei toni e degli umori che la pervadono, dal canto dolente e monocorde, che fa rivivere il clima di preghiera della sinagoga, all’esplosiva festosità di canzoni e ballate composte per le occasioni liete. “Oylem Goylem” è un esempio di come in uno spettacolo di centoventi minuti si possono fondere umorismo e tradizione, intelligenza colta e gusto popolare in una formula linguistica internazionale. Questo appuntamento con la forza della sua solenne semplicità e vitalità ha trapiantato, reso familiare al pubblico italiano l’humus del mondo yiddish spietatamente annientato.

foto by http://flickr.com/photos/gianni/