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Stagione Teatrale Provincia Bologna: anche i Licedei Clown Theatre
Notizia pubblicata il 15 ottobre 2009
Categoria notizia : Spettacoli
Per favore, non chiamatelo “teatro di provincia”. Perché di provinciale, ha solo la collocazione geografica. Frutto della sinergia fra San Giovanni in Persiceto, Crevalcore e Sant'Agata Bolognese, torna anche quest'anno la rassegna “..re ..eatri per ..e” (..ttxte), realizzata in collaborazione con l'assessorato alla Cultura della provincia di Bologna. Il cartellone è di tutto rispetto, con spettacoli di prosa e musica affiancati da una ricca stagione dialettale, e tanti nomi di punta, da Benni a Covatta, da Pagani a Silvestri.
Insomma in giro per l'hinterland cittadino, ce n'è un po' per tutti i gusti. E siccome il teatro è un viaggio dentro se stessi e per il mondo, ci porta in una Russia davvero poco turistica, a contatto con la dura quotidianità del popolo sovietico, la compagnia di San Pietroburgo Licedei Clown Theatre, (la prima nel suo genere, creata nel 1968 da Slava Polunin): “Semianyki”, o “La famiglia”, (il 2 dicembre, alle 21, al Teatro Fanin di San Giovanni in Persiceto), è il ritratto di una famiglia con padre alcolizzato, madre incinta e un esercito di bambini, intenzionati ad uccidere i genitori pur di sopravvivere.
In scena un teatro senza parole, in cui a parlare è la poesia dei corpi e degli sguardi. Decisamente più chiassosi i monologhi, le ballate e le canzoni, su testi di Michele Serra, che formano il repertorio della Banda Osiris, (sempre al Teatro Fanin, il 21 gennaio). Con consueto, strampalato humor, i quattro professori, insieme al comico Ugo Dighero, fanno la radiografia al Belpaese in “Italiani, Italieni, Italioti”.
Ancora nel solco dell'ironia, questa volta firmata dalla “premiata ditta” Dario Fo, Franca Rame e Jacopo Fo, Alessandra Faiella porta in scena “Sesso? Grazie, tanto per gradire” (19 febbraio, Teatro Comunale Bibiena, Sant'Agata Bolognese). Per molti un'ironia imbarazzante, ma non per lei: nota per le sue incursioni nel piccolo schermo (fra cui c'è Chiambretti Night), l'attrice ha dichiarato di non avere alcun problema ad affrontare i cosiddetti tabù del sesso. Le note divertenti si mescolano alla commozione in due pagine di teatro civile, che chiamano il pubblico a riflettere: le propongono Giorgio Felicetti, (“Vita di Adriano - Memorie di un cecchettaro nella neve”, Teatro Bibiena), e Marco Paolini con “La macchina del capo” (Teatro Fanin).
Se Felicetti narra la storia di un operaio, che è anche la storia di una fabbrica intera, dove in novant'anni hanno lavorato 50 mila persone, quello di Paolini è un tuffo all'indietro, “amarcord” di un'infanzia trascorsa fra campetti di periferia e viaggi avventurosi. Lo accompagnerà alla chitarra Lorenzo Monguzzi, voce e chitarra dei “Mercanti di liquore”, con cui Paolini collabora da
tempo.