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Motus, Albe e Corsetti La scena cambia linguaggio. Presentata la stagione delle Passioni di Modena

Notizia pubblicata il 05 settembre 2007



Categoria notizia : Musica


UN PROGRAMMA 'alternativo', per un pubblico alla ricerca dell'avventura intellettuale, che non si assopisce nell'apprezzamento delle opere in scena ma è capace di difendere lo spazio dell'intuizione e di ricreare autonomamente i mondi illustrati dagli spettacoli. E' l'obiettivo del Teatro delle Passioni, il centro di teatro sperimentale modenese legato all'Ert, che nella nuova stagione rilancia il dialogo con lo spettatore: Emilia Romagna Teatro, dunque, ci crede.

- MODENA -
E raddoppia, puntando sia sul Teatro Storchi (con l'annuncio dei fuori-abbonamento di Alessandro Bergonzoni, Pippo Delbono e Umberto Orsini) sia sulle stesse Passioni, un edificio che nei prossimi anni sarà ricostruito sul modello delle avveniristiche cittadelle della cultura teatrale in stile europeo.
In questa stagione, intanto, il cartellone offre un 'deca' di appuntamenti di tutto rispetto. Scorrendo il cartellone, è necessario citare in primo luogo il ritorno a Modena di Danio Manfredini, dei Motus, di Claudio Morganti, del Teatro delle Albe, di Giorgio Barberio Corsetti, di Cesare Lievi e del Teatro dell'Elfo; un ventaglio affiancato da un lotto di giovani rampanti come Stefano Massini, il Teatro Sotterraneo e il Balletto Civile di Michela Lucenti. Giusto per non farsi mancare nulla.

LA PROGRAMMAZIONE del Teatro delle Passioni presenterà le ultime creazioni delle compagnie, iniziando da Il sacro segno dei mostri (23-28 ottobre, 22-24 novembre), spettacolo capace di accompagnare con tenerezza e humor nel cuore dell'universo di Danilo Manfredini, negli anni nei quali l'artista condusse un atelier di pittura in un ricovero per malati psichiatrici. A seguire si esibiscono i Motus che, con X (ics) - Racconti crudeli della giovinezza (17-19 gennaio 2008), sfidano i confini poco definiti dell'adolescenza e costruiscono uno show ibrido e poliedrico, stridente e asincrono come quell'età inquieta. Dal 24 al 26 gennaio Claudio Morganti torna a salire sui palchi con L'amara sorte del servo Gigi, un monologo senza artifici, nel quale le figure dell'attore e del personaggio si 'fondono' per dimostrare la totale adesione della vita alla scena; mentre il Teatro delle Albe continua a indagare il Male affrondando Sterminio (7-9 febbraio), testo di Werner Schwab che colpisce per attualità e violenza. Un'idea che in qualche modo è legata all'intento dei giovanissimi di Teatro Sotterraneo che, in Post-it (21-23 febbraio), sperimentano ogni possibile fine: il consumo degli oggetti piuttosto che l'esaurirsi di un discorso, ironizzando sulla modalità usa e getta della contemporaneità. E dopo il successo di Angels in America, Elio De Capitani si ripete al Teatro delle Passioni nel ruolo colto e vile del professore di letteratura dell'opera Libri da ardere (6-9 marzo) di Amèlie Nothomb; a dirigerlo sarà Cristina Crippa. Richiama il contesto passato di qualche millennio prima, invece, Battesimi dell'acqua e del coraggio (26-28 marzo) del coro danzante del Balletto civile, produzione liberamente ispirata a Le Troiane di Euripide che completa la ricerca sui tragici greci.

IN QUELLO che sembra poi l'anno italiano dedicato a Botho Strauss (a Ferrara in questi giorni va in scena Itaca con la regia di Luca Ronconi), Cesare Lievi firma L'una e l'altra (10-12 aprile), disquisizione complicata e misteriosa, che traccia con abilità un match serrato tra due donne amiche e rivali; una pièce per grandi attrici come Paola Mannoni e Ludovica Modugno. Qualche giorno dopo, dal 22 al 24 aprile, il drammaturgo fiorentino Stefano Massini firma pure la regia del suo L'odore assordante del bianco, vincitore del premio Tondelli, che parla della follia degli ultimi anni di vita di Vincent Van Gogh. Infine, dall'8 al 10 maggio, Giorgio Barbiero Corsetti dirige per la prima volta in Italia La storia di Ronaldo, pagliaccio di Mc Donald's dell'argentino Rodrigo Garcia, teatrante di culto in tantissimi paesi. Un testo che, a... dispetto del nome simpatico, è fortemente politico. Anche l'ossimoro è 'alternativo', no?