Cimarosa secondo Muti, per iniziare
Notizia pubblicata il 14 ottobre 2007
Categoria notizia : Spettacoli
La stagione dell'Alighieri si apre con il "Don Calandrino" di Salisburgo. «QUALCUNO solleva obiezioni quando si recuperano opere del passato mai più rappresentate. Si dice: se sono uscite di scena non dovevano essere così importanti. Siamo di fronte a un fraintendimento: nel Settecento non esisteva il concetto di ‘repertorio' e, anche sullo stesso libretto, si componevano opere nuove.
- RAVENNA -
Ma questo non significa che non potessero essere tutte di grande qualità . Basta pensare a Mozart: la sua formazione avviene in Italia e Leopold sapeva bene cosa far ascoltare al figlio, per coltivare il suo genio. Recuperare quel patrimonio significa anche capire meglio Amadeus; e soprattutto significa valorizzare capolavori che il mondo ci invidia».
Angelo Nicastro, direttore artistico della stagione di lirica e balletto del teatro Alighieri di Ravenna, offre questa chiarissima chiave di lettura al progetto internazionale sulla Scuola napoletana che Riccardo Muti (nella foto grande) ha avviato per il Festival di Pentecoste di Salisburgo e le cui opere costituiscono la ‘perla' che per cinque anni impreziosirà l'inizio della stagione, sotto il cartellone Dicembre all'opera, appendice invernale di Ravenna Festival. Così, il 15 e 16 dicembre sarà riallestito sul palcoscenico ravennate Il ritorno di Don Calandrino (nelle tre foto in alto) di Domenico Cimarosa, proposta appunto in anteprima a Salisburgo in maggio, appunto con il maestro Muti sul podio dell'orchestra giovanile Cherubini.
«Se é naturale che ciascuno esprima maggiore affinità verso alcuni autori - aggiunge Nicastro - e certi repertori, é segno di grande miopia l'assoluta esclusività . Ecco perchè nell'anno in cui si celebrerranno i 150 anni della nascita di Giacomo Puccini (il 2008), una fra le maggiori espressioni artistiche nel mondo del melodramma italiano, é assolutamente pertinente un'apertura di stagione che affonda le radici nel nostro glorioso passato». Un passato, si deve aggiungere, riscoperto proprio da Riccardo Muti che ha reso possibile il restauro della biblioteca del conservatorio di S.Pietro a Majella, a Napoli, dove sono conservati gli spartiti originali dei capolavori appunto della ‘Scuola napoletana'.
IL TEATRO Alighieri renderà poi omaggio a Giacomo Puccini proponendo due titoli del grande compositore, La Bohéme, l'opera più rappresentata al mondo di tutto il melodramma; si tratta di una coproduzione con i teatri di Lucca, Livorno e Pisa (andrà in scena il 23 e 24 febbraio 2008); e il prestigioso Trittico, raramente messo in scena per la complessità di allestire i celebri tre atti unici, Il tabarro, Suor Angelica e Gianni Schicchi, insieme (19 e 20 gennaio).
Puccini, dunque, e, in armonia altri lavori del Novecento; ecco quindi la Salome di Richard Strauss (8 e 9 marzo), conl'orchestra del Teatro nazionale dell'opera di Belgrado diretta da Johannes Harneit e, in chiusura, The turn of the Screw (Il giro di vite) di Benjamin Britten, una fra le opere più innovative e interssanti del Novecento, ispirata al celebre racconto di fantasmi di Henry James; e si tratta di un altro titolo mai messo in scena a Ravenna.
ANCHE il cartellone dedicato alla danza guarderà al Novecento e, in particolare, ad alcuni grandi maestri, a partire da Carolyn Carlson, per la prima volta sul palcoscenico dell'Alighieri con la nuova creazione, Double vision (2 e 3 febbraio); arriverà poi un altro mostro sacro della danza, Daniel Ezralow che proporrà la sua ultima creazione, Why, realizzata con dieci giovanissimi ballerini per dimostrare la ‘bellezza della normalità ' (2 marzo). Infine la stagione presenterà la giovane e interessante compagnia del Balletto di Maribor con Radio & Juliet: il celebre tema shakespeariano declinato sulle musiche di uno fra i gruppi più popolari di oggi, i Radiohead (5 e 6 aprile). Info, tel: 0544 249244.