
Stagione Lirica Teatro Comunale Ferrara
Notizia pubblicata il 31 ottobre 2009
Categoria notizia : Spettacoli
Si apre il 4 dicembre con «La voix humaine» si chiude con «Manon Lescaut» - Al debutto anche «I Pagliacci» per un cartellone con «Elektra» e «Idomeneo»
FERRARA. L'inaugurazione della prossima stagione Lirica, il 4 dicembre sarà al telefono. Con "La voix humaine" presentata per la prima volta al Teatro Comunale di Ferrara. E non viene da sola l'opera di Francis Poulenc - in dittico con "Pagliacci" di Leoncavallo - perchè in cartellone c'è anche la prima esecuzione dell'Elektra di Richard Strauss e subito dopo debutta l'Idomeneo di Wolfgang Amadeus Mozart, a far ruotare attorno al mito e al mondo greco la stagione Lirica che poi riserva l'immancabile Puccini con "Manon Lescaut".
Sarà un gesto di coraggio aprire la stagione Lirica con un personaggio senza nome? E ancor più con un'opera che prevede un solo personaggio in scena? Forse è solo una scelta intelligente pensare che anche il pubblico del melodramma non debba sempre nutrirsi dell'ovvio. Per cui, in tempi di crisi e di tagli, benvenuta "La Voix humaine" di Francis Poulenc che debutta a Ferrara con la regia di Leo Moscato, protagonista il soprano olandese Charlotte Riedijk. Era una donna giovane ed elegante il soprano Denis Duval che fu la protagonista alla prima assoluta, avvenuta all Opéra Comique il 6 febbraio 1959, con uno spettacolo di Jean Cocteau, che aveva scritto il monologo molti anni prima, come un tour de force teatrale, un monologo senza via d'uscita in una stanza con una porta socchiusa sul bagno da cui filtra una luce bianca e accecante.
Al centro un letto. Faccio un'opera in un atto con "La Voix humaine" di Cocteau - scrisse il musicista ad un amico - Conoscete il soggetto, una donna (sono io, come Flaubert diceva Bovary c'est moi) telefona per l'ultima volta al suo amante che si sposa il giorno dopo. Risorgeva alla cornetta di un telefono con teleselezione francese l'antico recitar cantando.
Dopo il coraggio della prima mezzora, la produzione realizzata dal circuito dei teatri lirici lombardi a cui aderisce anche Ferrara punterà sui Pagliacci di Leoncavallo - opera che in comune con il monologo lirico di Poulenc ha solo il fatto di non avere nulla in comune. Dunque prepararsi al salto mortale. La stagione lirica con l'anno nuovo riprende benissimo, con il primo incontro fra il Richard Strauss e il poeta Hugo von Hofmannsthal che acconsentì al fatto che il compositore prendesse in prestito la tragedia Elektra per vestirla di musica aggressiva, isterica, bellissima.
Elektra a Ferrara (13 e 14 febbraio) debutta sotto la bacchetta di Gustav Kuhn e con un'orchestra a ranghi allargati - l'Orchestra Haydn di Bolzano e Trento e l'Orchestra Regionale dell'Emilia Romagna - collocata insieme ai cantanti sulla scena nello spettacolo firmato dal Manfred Schweigkofler e con un cast variegato.
L'accostamento con "Idomeneo" di Mozart (5 e 7 marzo) calza benissimo, e non solo perché un'Elettra c'è anche nel dramma serio del compositore salisburghese presentato al Teatro Comunale di Ferrara nella produzione bolognese affidata alla guida del giovane Michele Mariotti e dove fra le voci giovani e tutte italiane spicca il nome del tenere Francesco Meli.
Il quarto incontro con la lirica è "Manon Lescaut" di Puccini (2 e 4 maggio) e riporterà in città la voce di Amarilli Nizza a fianco del tenore Walter Fraccaro. Niente barocco per il 2010. Soltanto sfiorato da quell'appendice di stagione che prevede - fuori abbonamento - una recita dello spettacolo della Compagnia Teatro Gioco Vita finanziato dalla Regione Emilia Romagna e ispirato all'Orfeo di Claudio Monteverdi. Scopo del progetto Opera Futura sarebbe avvicinare il pubblico più giovane. Ma con sassofono e batteria al posto di cembali e archi e anche con una annunciata semplificazione del libretto scritto da Alessandro Striggio, in modo da evidenziare il canto si ha qualche dubbio che si apprezzi meglio un capolavoro - peraltro mai visto a Ferrara - che ha segnato l'avvio della storia del melodramma ed è capace di entusiasmare le platee - anche giovani - di tutto il resto dell'Europa.