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Meno fondi più spettatori E quella cucina della scenografia

Notizia pubblicata il 05 agosto 2009



Categoria notizia : Eventi


DOPO trent’anni di festival inventarsene una sempre nuova è operazione complessa. Soprattutto quando si è assistito ad un taglio di 500 mila euro di contributo statale. Gianfranco Mariotti è abituato a fare il signore, anche perché negli anni precedenti il governo di centrodestra non era stato matrigno con il Rof.

Il sindaco Luca Ceriscioli non la fa passare: «L’impegno degli enti locali e degli sponsor c’è stato, ma non possiamo far finta di nulla di fronte ad un taglio nazionale del Fondo unico dello spettacolo che è stato molto elevato. Il Rof fa un’attività culturale senza eguali, che va oltre lo spettacolo, restituisce una grande storia italiana e non può essere penalizzato».

Mariotti e Zedda si sono rimboccati le maniche, hanno tagliato rappresentazioni, ridotto repliche, chiesto ai cantanti di «dare una mano», giocato su rapporti personali che risalgono a 30 anni di Rof. Il cartellone, ovviamente, ne ha risentito, ma l’effetto Juan Diego Florez, insieme all’effetto crisi economica che, a quanto pare, porta la gente a cercare di distrarsi, ha prodotto un «aumento delle prenotazioni», una sorta di grande assalto ai biglietti. Meno posti, più prevendite e qualche patema. «I giornalisti pesaresi devono fare i sacrifici», dice la responsabile dell’ufficio stampa Simona Barabesi. La riduzione degli ingressi stampa è il primo segnale del combinato-disposto tra crisi economica e spettatori in aumento.

«IL NOSTRO è un festival internazionale», ripete Mariotti. E lega il successo di pubblico al «cartellone presentato, che propone tutte le stagioni del genio rossiniano». I conti, come al solito, si faranno alla fine. Ma l’idea è quella «del ritorno al centro storico». Dell’importanza dei giovani: «Al concorso internazionale — dice Zedda — per cantanti “Operalia” presieduto da Placido Domingo il primo e terzo posto sono andati a due allievi dell’Accademia». Infine una curiosità: ne «La scala di seta» c’è una scenografia che presenta una cucina. E’ una Scavolini, ovviamente. Pur senza marchio.

foto by http://www.flickr.com/photos/jody_art/