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Sabina Guzzanti tra musica e immagini racconta l’Italia che non ci vuole stare

Notizia pubblicata il 16 febbraio 2009



Categoria notizia : Spettacoli


«ANCHE se avessi previsto tutto questo, ogni causa e processo, lo rifarei lo stesso. Perché l’unica via d’uscita è arrabbiarsi, e con rabbia dobbiamo difendere la Libertà. E’ il primo passo di chi sente di appartenere ad una comunità».

Con queste parole in musica, invitando all’amor proprio e all’indignazione civile, Sabina Guzzanti ha concluso tra gli applausi e l’ovazione del pubblico, il suo spettacolo all’AdriaticArena il giorno di San Valentino. Uno spettacolo di «outing civile», in cui la mattatrice della risata amara ha disvelato le verità paradossali del Belpaese, dei suoi politici, della sua classe dirigente, del marcio davanti ai nostri occhi, sparando bordate a destra e a manca, lasciando talvolta gli spettatori costernati per il racconto di situazioni che lo Stivale vive e lascia correre.
IN UN ALLESTIMENTO teatrale da circa 2000 posti, riempito nella gran parte e in cui non è comparso nessun viso politico noto (del resto si sa che la Guzzanti per quello che dice sta antipatica a destra e a sinistra) lo show è corso via senza distrazioni, in un’esibizione in cui la satira ha divertito, ma in cui spesso le imitazioni hanno lasciato il posto all’informazione, ovviamente mutuata nella satira. Ed è proprio in quei momenti, in cui c’era informazione critica e condanna, che l’artista ha raccolto gli applausi più vigorosi.
UNO SHOW moderno e dinamico, con l’uso sapiente di filmati e metafore, accompagnato dalla musica rap sparata a mille, dove non sono mancate citazioni “colte”. Ma chi segue Sabina dagli esordi si è accorto del grande cambiamento in atto. Ora l’artista è molto più impegnata a raccontare che a far ridere. Si sono ridotti i travestimenti (c’è ne è stato solo uno all’inizio e per giunta era un filmato) e la ricerca dei dettagli estetici ha lasciato il posto ai contenuti: le malefatte in Parlamento, i falsi nelle rivisitazioni storiche, le vicende trascurate o manipolate ad arte dai media e così via. Tra i bersagli preferiti naturalmente il premier Berlusconi, ma non è stata più tenera con i leader dell’opposizione «che non ha più niente da dire», e giù bordate a D’Alema, Veltroni, alla Finocchiaro e poi al ministro Mara Carfagna ed alla Lucia Annunziata. Un “one woman show” furibondo, di un’artista messa all’angolo che si sente “denigrata sui giornali più di un mafioso”. E visto che non riesce a difendersi nelle grandi platee televisive da cui è stata esiliata (Santoro a parte) Sabina esprime la sua rabbia portandola a spasso nei teatri d’Italia. Ora siamo curiosi per cosa potrà dirci il fratello Corrado, anche lui attenso all’AdriaticArena il 12 maggio.

foto by http://www.flickr.com/photos/creativeline