Giorgio Panariello approda mercoledì a Modena nella seconda tappa del nuovo tour 'Farò... del mio meglio per divertirvi'
Notizia pubblicata il 20 luglio 2008
Categoria notizia : Spettacoli
«Per l'ultima volta proporrò anche il mio cavallo di battaglia, Renato Zero. Ho voglia di sperimentare cose nuove»
SE LUI fosse un cantante, potremmo dire che questa é la sua compilation, un greatest hits. «Certo, é Del mio meglio, ovviamente live», sorride Giorgio Panariello che, con l'esordio trionfale all'arena di Verona, ha iniziato un lungo viaggio in Italia, isole comprese. La seconda tappa di questo show (che toccherà luoghi carichi di storia e di fascino, fra il teatro Antico di Taormina e lo Sferisterio di Macerata) sarà nel cuore di un patrimonio dell'Umanità , piazza Grande a Modena, mercoledì 23. E con lui sul palco, come ospiti, ci saranno anche Gianluca Grignani e Ron. «A Modena, anche agli esordi, ho sempre trovato un affetto speciale. Ricordo le splendide serate ai Cortili con Giobbe Covatta ed Enzo Iacchetti - dice -. E poi, l'Emilia Romagna é sempre stata la mia casa, al Bandiera gialla di Rimini ho tenuto i primi spettacoli. Io venivo dalla Toscana ma ero più in Emilia Romagna che a casa mia: e quando si andava a Grosseto, mi sembrava già di essere in trasferta...».
Panariello, come avete congegnato questo spettacolo?
«Ci sono tutti i miei personaggi, ci sono sketch, canzoni, anche da cantare tutti insieme, ci sono monologhi. Sì, c'é anche Renato Zero, che apre la serata: é stato il personaggio con cui ho iniziato, il mio portafortuna, ma forse sarà l'ultima volta che lo proporrò».
Si sente 'stretto' nei suoi personaggi?
«In realtà li amo moltissimo, perchè molti di loro rappresentano una parte della mia vita. Certo, crescendo e maturando, mi piace anche sperimentare nuovi personaggi, come sto facendo nel cinema, per esempio nel film di Salemme, No problem, che sto finendo di girare. Forse anche per questo la tv é attualmente un po' distante dalle mie idee: voglio tornarci con un bagaglio di personaggi nuovi».
L'estate più bella dei suoi ricordi?
«Forse quella del 1989: avevo fatto un programmino senza pretese, Vernice fresca, e allora mi venne proposto di fare qualche serata. Dovevano essere una decina, furono settanta. Massacrante ma bellissimo. E' stata la prima volta in cui mi sono accorto che stava succedendo qualcosa: prima facevo il cameriere, in quella estate ho iniziato a fare l'artista».
Parliamo dei suoi personaggi. Naomo é andato al matrimonio di Briatore?
«Eh, lo aveva invitato... Avevo pensato di arrivare con una limousine piena di confetti. Mi avrebbero chiesto 'Sono il regalo per la sposa?' 'No, sono le bomboniere…'. Vede, più che altro Naomo é il briatorismo, il fenomeno dei nuovi ricchi che, poveretti, devono vivere con un pareo perchè sono sempre in viaggio...».
E Mario il bagnino? Cosa pensa dell'estate 2008?
«E' cambiato tanto, oggi molte ragazzine si presentano in spiaggia in maniera provocante, vogliono anche sembrare più grandi. Ne ha avvicinata una, e le ha chiesto 'Vuoi venire fuori a cena con me?' Lei: 'Ma la smetta, potrebbe essere mio padre...'. E Mario: 'Può essere, la su' mamma é mai passata da queste parti?'».
L'esperienza di Sanremo la 'ferisce' ancora? Cosa le ha lasciato?
«Adesso é passato tutto. Qualche volta, nelle repliche notturne, mi capita di rivedere brani del 'mio' Sanremo, mi sono reso conto che abbiamo osato molto. Quello che mi ha dato fastidio é stata l'eccessiva attesa sul conduttore: volevo concentrare l'attenzione sulla musica, e mi sono invece reso conto tristemente che a Sanremo ci si concentra di più sul conduttore. E' come quando vai al ristorante e ti servono il pesce con mille intingoli: il pesce deve essere solo 'scottato' e basta».
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