Da Marais a Sollima abbracciati nel suono. Il solista in Santa Cristina con Monika Leskovar
Notizia pubblicata il 19 novembre 2008
Categoria notizia : Musica
SI APRE con l’interprete-compositore italiano fra i più seguiti ed eseguiti al mondo la rassegna Il gesto e il suono della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e dedicata ai multiformi legami fra musica e gestualità: dal rapporto fra l’artista ed il proprio strumento, alla teatralità ed al contatto visivo e scenico con il pubblico.
Animerà il concerto d’apertura, stasera (Chiesa di Santa Cristina, ore 20.30), la natura vulcanica e mediterranea delle composizioni-performances di Giovanni Sollima, che insieme alla virtuosa croata Monika Leskovar (insieme nella foto) affiancherà una Suite di Marin Marais ad un’inedita opera dello stesso Sollima, contaminando con l’ausilio di due violoncelli etnica e repertorio, ma anche tecnica classica ed alchemica fusione fra corpo e strumento.
L’ingresso al concerto, che non prevede intervallo, è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili. «Rispecchiarsi nell’altro, tenersi abbracciati nel suono», questa è la musica per due violoncelli secondo il palermitano Giovanni Sollima. Nato come interprete ‘classico’, esibendosi al fianco di Sinopoli, Canino, Demus, Argerich, Sollima inaugura ben presto un’attività compositiva fondata sull’esplorazione di generi e tradizioni diverse, “contaminando” il rock col jazz, il minimalismo anglosassone con la musica etnica del Mediterraneo.
NE RISULTA uno stile inconfondibile, amato ed eseguito da interpreti come Gidon Kremer, Yo-Yo Ma o Mario Brunello, mentre non si contano le sue collaborazioni ‘multimediali’ con Carolyn Carson, Bob Wilson, Peter Greenaway. Alla Suite in re minore per due viole da gamba di Marin Marais, famoso alla corte di Re Sole per lo sbalorditivo virtuosismo come per l’innovazione della sua scrittura e la vocalità “umana” che infonde nello strumento, si accosta con naturalezza, tre secoli dopo, The Interpretation of Dreams di Sollima: a sua volta una suite di canti “galleggianti e sospesi” che evoca, sulle tracce di Freud, i sogni di Virginia Woolf, Emily Dickinson, Leonardo da Vinci, Robert e Clara Schumann...
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