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Al Meeting di Rimini uno spettacolo Felliniano
Notizia pubblicata il 23 agosto 2010
Categoria notizia : Spettacoli
Domani sera alle ore 21.15 al salone D3 della nuova fiera in occasione del Meeting di Rimini, andrà in scena lo spettacolo “FEDERICO! Felliniana in tre atti e uno spot” creato dal riminese Bruno Sacchini, sceneggiatore, regista e scrittore.
Questa rappresentazione comica su Fellini si ispira ad un fatto realmente accaduto. Nel 1983 Rimini decise di ‘rattopare’ i rapporti con il genio felliniano, donando una casetta sul porto in segno di riconoscenza. Ma le buoni intenzioni non bastarono perché la casa non fu mai acquistata. Le trattative annegarono in un mare di misteri, visto che il proprietario che l’aveva messa a disposizione si perse nel nulla.
Questo evento cialtronesco e pasticcione ha ispirato Sacchini che lo ha arricchito con un tocco di fantasia creando uno spettacolo fiabesco dove viene spiegato il rapporto di Fellini con le donne, le sue ossessioni, la sua genialità, le sue idee sulla fede, le sue battaglie contro il potere politico e mediatico della televisione e il suo eterno conflitto fra realtà e finzione.
In scena Arnaldo Ninchi (Fellini), Valeria Ciangottini (Giulietta la moglie del Maestro), Piergiulio Magnani (custode), Daniela Piccari (azdora), Andrea Tamagnini e Alberto Guiducci (politici), Ascanio Donati (collegiale) e Francesca Airaudo (Saraghina).
Dopo aver saputo che la sua città natale vuoleva fargli un dono, Fellini arrivò a Rimini insieme a sua moglie, per prendere possesso della casa ispirata “all’interno giorno! Del film ‘8 e ½. Fra equivoci, personaggi dei fumetti tanto cari al regista come Mandrake e Lothar, esponenti politici che ricordano ‘Peppone e Don Camillo’ e altre sue invenzioni cinematografiche, la casa sfugge e si materializza soltanto nei sogni del grande Maestro.
Sacchini spiegando il finale, ha dichiarato: “La casa di Fellini non avrebbe mai potuto essere una casa, ma soltanto il sogno d’una casa. Quando mai infatti il Genio della Riminesità avrebbe potuto barattare il filtro delle proprie proiezioni aniriche con la banalità d’una casa in mattoni, calcinacci e cemento come le altre? Sarebbe stato come distruggere il sogno materializzandolo, ed è stato un bene (come personalmente sono convinto se ne sia fatto una ragione anche il Maestro) che sia finita così. Perché così l’antro delle meraviglie, la casa delle origini, la macchina archetipica delle proiezioni fantasmatiche, la scatola magica della cinematografia felliniana s’è potuta ripopolare coi suoi personaggi, con le sue invenzioni, coi suoi deliri poetici. Ecco così l’Arzdora, i Politici (rigorosamente di maggioranza e d’opposizione), il Custode in forma di traghettatore comico e surreale, la Saraghina, il Trombettista bambino della scena finale di ‘8 e ½’ supremo e inconsapevole conciliatore dei paradossi del reale eccetera. In una sarabanda d’apparizioni, gag, invenzioni surreali, comiche finali, agnizioni e clownerie che è poi la sostanza dello spettacolo”.
Le scene e costumi sono state curate da Rosanna Monti mentre Nuccio Marino è il light designer.