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Danza, la povera cenerentola delle arti

Notizia pubblicata il 28 novembre 2010



Categoria notizia : Spettacoli


Stando ai dati della Siae sull’anno 2009, la spesa che gli italiani hanno riservato alla danza aumenta quasi del 8%, mentre quella per lo spettacolo è aumentata del 6,8% rispetto all’anno precedente, arrivando a oltre 3 miliardi e 911 milioni di euro. In qualsiasi altro paese del mondo, cifre simili incoraggerebbero nuovi finanziamenti, nuovi impulsi, rinnovate energie. Ma in Italia non è così. Le proteste di questi giorni - dagli studenti degli atenei ai lavoratori del mondo dello spettacolo - restituiscono immediatamente la panoramica di un quadro nazionale avvilito, stremato, con risorse ridotte all’osso laddove non cancellate con un tratto di penna.

Bisogna guardare, allora, con soddisfazione, all’iniezione di denaro che la Regione Emilia- Romagna ha deliberato per il mondo dello spettacolo: due milioni di euro che non investono direttamente la danza ma che sono una bella boccata d’ossigeno .È stato presentato qualche giorno fa in Comune il Registro della danza contemporanea e di ricerca dell’Emilia- Romagna, realizzato dalla Rete Anticorpi, col sostegno della Regione e in collaborazione con istituzioni e operatori del settore.
Una radiografia della danza contemporanea lungo la via Emilia, uno strumento di conoscenza delle realtà produttive e organizzative che lavorano in questo preciso comparto dello spettacolo. La ricerca, che aggiorna il precedente censimento del triennio 2002/2004, ha messo in luce una realtà composita e vivace, in cui operano 55 compagnie, dalle grandi formazioni istituzionali alle compagnie private eccellenti, anche se ancora escluse (almeno al momento dell’indagine) da finanziamenti pubblici, per arrivare a realtà giovani che esprimono però nomi ben noti ai frequentatori dei più prestigiosi festival e rassegne nazionali. Al Registro sono iscritte 51 formazioni professionali (42 compagnie e 9 danz’autori) e 4 formazioni non professionali: di queste 29 si sono formate negli ultimi cinque anni, segno di una grande vitalità e freschezza del settore.
Anche rispetto a questo dato non corrisponde un’adeguata programmazione. Tolte alcune lodevole eccezioni (Reggio Emilia e Ferrara), la danza, soprattutto contemporanea, non trova spazio nei calendari dei teatri. Ci aveva provato, almeno sotto le due torri, un po’ il Teatro Duse, pochissimo il Comunale che ci ha messo una pezza soltanto per il 2011 perché la danza, parole del sovrintendente prorogato Marco Tutino, si paga da sola al contrario della lirica.
Sempre in città, lodevole lo sforzo degli organizzatori del festival Danza Urbana. Se la danza ha registrato negli ultimi anni una crescente attenzione da parte del pubblico è anche grazie al lavoro svolto dal circuito regionale di Aterdanza, di Aterballetto, dalla Rete Anticorpi. La fotografia mostra anche che le formazioni di danza contemporanea e di ricerca si concentrano soprattutto a Bologna (16), seguite da Modena (12), Ravenna (10) e Rimini (6).