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«Santità  conti su di noi». La solidarietà  degli studenti, telegramma del vescovo

Notizia pubblicata il 19 gennaio 2008



Categoria notizia : Cultura


«SANTITà€, Rimini é con Voi». E non solo il Vescovo, monsignor Francesco Lambiasi, che ieri ha mandato un telegramma di solidarietà  al Pontefice. Anche diversi consiglieri comunali, scuole e cittadini si sono mobilitati per far sentire il proprio sostegno a Benedetto XVI, dopo i fatti dell'università  La Sapienza di Roma.

IN 'PRIMA LINEA' monsignor Lambiasi, che ieri ha scritto così al Pontefice: « Unito a tutta la comunità  e al presbiterio diocesani, e facendomi anche interprete dei sentimenti di numerosi esponenti delle istituzioni civiche, del mondo della cultura e della società  civile, porgo alla Santità  Vostra l'espressione di vivo rammarico e di piena, convinta solidarietà  e affetto in occasione del gravissimo atto di intolleranza, di cui é stata oggetto all'università  La Sapienza di Roma».

Solidarietà  al Pontefice anche dal consiglio comunale di Rimini, e in particolare da Giuliana Moretti (FI) e Eraldo Giudici (Udc), che hanno presentato due interrogazioni sulla vicenda. Ma anche Samuele Zerbini (Pd) ha espresso il suo sostegno al Papa. E ieri Luigi Bonadonna, 'spegnendo' per sempre il sito internet della Margherita riminese (sarà  sostituito da quello del Pd), ha pubblicato per intero il discorso che Benedetto XVI avrebbe dovuto pronunciare a La Sapienza di Roma , «con l'augurio che finisca ogni forma di intolleranza, con la certezza che noi ci batteremo sempre per la libertà ! Arrivederci, liberi, nel Pd!».

MA ANCHE le scuole sono rimaste tutt'altro che indifferenti davanti ai fatti della Sapienza. In particolare i ragazzi della IIIA del liceo classico «Alighieri» (della fondazione Karis) hanno inviato ieri una lunga e appassionata lettera al Pontefice, per esprimere tutta la loro solidarietà . « Ma non vogliamo continuare a battere sul chiodo dell'indignazione e della condanna verso di esse - scrivono all'inizio della lettera i ragazzi - , cosa che peraltro suonerebbe tardiva. Piuttosto le vorremmo raccontare un nostro piccolo episodio di vita scolastica».

La mattina di mercoledì, ovvero il giorno dopo che Papa Benedetto XVI aveva deciso (dopo le varie critiche da parte di intellettuali, docenti e studenti universitari) di non recarsi più alla Sapienza a tenere il suo discorso, «noi ragazzi eravamo in procinto di partire per la visita alla stazione radiotelescopica di Medicina. La prima cosa che i professori di materie scientifiche hanno ritenuto dirci é stato di non tralasciare ciò che stava accadendo a Roma, di esprimere un giudizio, di prender posizione di fronte a una violazione così clamorosa della tanto sbandierata libertà  di parola, lasciandoci liberi di sceglierla. Per aiutarci, ci hanno raccontato e contestualizzato ciò che avevamo magari solo sentito o visto di sfuggita e ci hanno illustrato varie opinioni». «In seguito - concludono i ragazzi dell'Alighieri - ognuno di noi é stato lasciato libero di intervenire. Le raccontiamo tutto ciò per mostrarle che c'é ancora una buona educazione, un seme positivo che nasce, lotta... Sua Santità  può contare su di noi».
(photo by slashcrisis)