Il Sindaco di Rimini Ravaioli parla dei 'Sindaci Sceriffi'
Notizia pubblicata il 08 settembre 2007
Categoria notizia : Fatti Curiosi
Ravaioli: «
E' pericoloso dare superpoteri ai sindaci». I sindaci di Firenze e Bologna chiedono più poteri al governo. Come si vede Ravaioli nei panni di Tex Willer?
«Penso - attacca il sindaco - sia salutare che finalmente anche nel centrosinistra si discuta un tema spinoso come la sicurezza».
Ma?
«Ma ritengo non percorribile l'ipotesi di attribuire ai sindaci poteri straordinari di polizia».
Perché?
«Per due ragioni. La prima: si aggiungerebbe una nuova competenza a un settore che ha semmai bisogno di sfrondare per essere più efficace. Esempio: come gestirebbe un 'super sindaco' una questione locale che si allarga a indagine nazionale? La seconda: il sindaco sta in un ruolo già di per sé delicatissimo, sottoposto ogni giorno a giudizi e pressioni sulla programmazione amministrativa non solo della pubblica opinione ma anche della politica che lo sostiene o gli si oppone. Se avesse poteri speciali, ogni sua azione sarebbe giudicata con quel metro particolare e finirebbe nel calderone della discussione, delle pressioni, delle mediazioni, del fraintendimento, delle polemiche strumentali. Finirebbe in sostanza in un tritacarne devastante, senza risolvere il problema».
Però non si può stare con le mani in mano...
«Ho già dichiarato come si stia modificando la percezione della sicurezza nelle città, soprattutto alla luce del riaffiorare di alcuni fenomeni che negli ultimi anni parevano sensibilmente indeboliti. Mi riferisco in particolare alla prostituzione, legata a nuovi flussi migratori dall'Est. Ma sono cresciuti anche i bivacchi negli spazi pubblici e i piccoli segnali di disagio urbano. Sono fenomeni visibili che, paradossalmente, contribuiscono ad accrescere nei cittadini la sensazione d'insicurezza più che la penetrazione della criminalità organizzata che, per natura e convenienza, si nasconde all'esterno. Noi sindaci dobbiamo allora fare i conti con questo contesto cambiato, cercando ovviamente di offrire risposte responsabili e non 'di pancia'o ricette semplicistiche ma comunque prendendo atto che la situazione è mutata. E devono mutare gli strumenti per aggredirla».
Cosa suggerisce?
«E' indubbio, e
Rimini lo sa bene, che la mossa di associare i sindaci ai Comitati provinciali per l'ordine pubblico sia stata efficace. Questo fa parte del coinvolgimento corretto del tessuto civile, di quella collaborazione che in questa città ha dato risultati importanti. Più che pensare a misure eccezionali, bisogna ripartire da qui, cercando le vie e i modi per rafforzare questa sinergia che poi è l'anticamera di quella armonia e omogeneità d'intervento tra le diverse forze dell'ordine che a mio avviso è la questione principale nel contrasto al crimine e all'illegalità. Quella è la risposta, non i poteri speciali».
E a livello centrale?
«Ritengo importante l'impegno del governo. Ma non basta se non verrà affrontata un'altra questione altrettanto decisiva: la rapidità e la certezza della pena. Sono convinto che processi equi e rapidi siano un deterrente formidabile per qualsiasi tipo di crimine».